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Morto in cella Samuel Little, il più feroce serial killer Usa: ha ucciso 93 donne

Morto in carcere Samuel Little, uno dei più feroci serial killer statunitensi definito dal Federal Bureau of Investigation (Fbi) il serial killer più prolifico nella storia degli Stati Uniti. L’FBI ha confermato il coinvolgimento dell’ergastolano in almeno 50 omicidi ma è stato lo tesso Little a confessare di aver commesso in realtà 93 omicidi in 19 diversi Stati nell’arco di 35 anni.
A cura di Antonio Palma
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È morto in cella Samuel Little, uno dei più feroci serial killer statunitensi definito dal Federal Bureau of Investigation (Fbi) il "serial killer più prolifico nella storia degli Stati Uniti". Samuel Little ha esalato l'ultimo respiro all'età di 80 anni  in un penitenziario della California dove stava scontando una serie di condanne all'ergastolo per omicidio. Lo ha annunciato tramite una nota il dipartimento di Correzione e riabilitazione dello Stato orientale americano senza però chiarire la causa del decesso. L'FBI ha confermato il coinvolgimento dell'ergastolano in almeno 50 omicidi ma è stato lo tesso Little a confessare di aver commesso in realtà 93 omicidi in 19 diversi Stati nell'arco di 35 anni.

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Una lunga scia di sangue andata avanti tra il 1970 e il 2005 senza però che nessuno ne sapesse nulla e avesse mai sospettato di lui.  L'uomo infatti è finito in cella solo nel 2012 quando venne arrestato in Kentucky per l’omicidio di Carol Elford, Guadalupe Apodaca, e Audrey Nelson, picchiate e strangolate nel 1987, la stessa sorte toccata alle altre vittime. A incastrarlo qualcosa che non aveva previsto, il Dna. Quando viene condannato all'ergastolo ha 76 anni. Nonostante la  condanna per l'omicidio delle tre donne, gran parte degli altri delitti erano rimasti impuniti. Samuel Little stava già scontando la sua pena quando nel 2018 un Texas Ranger, che sospettava fosse l’autore dell’omicidio una donna cui stava indagando, riuscì a strapparglila confessione di quel delitto ma anche di decine di altri omicidi perpetrati nell'arco di oltre tre decenni. Tutti omicidi commessi ai danni di donne incontrate nel corso della sua lunga vita e spesso già in situazioni difficili.

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Era stato lo stesso serial killer, classe 1940 ed ex pugile, a raccontare nelle sue confessioni di aver scelto come bersagli soprattutto tossicodipendenti e prostitute proprio per evitare di essere arrestato, confidando nel minor clamore mediatico sollevato dalle loro sparizioni. Un modus operandi che per decenni ha avuto successo visto che Samuel Little ha ucciso facendola franca molto a lungo. Le confessioni di Little sono state giudicate nella stragrande maggioranza dei casi attendibili dagli investigatori Usa, perché corroborate da dettagli in merito alle vittime e alle loro uccisioni che nessun altro poteva sapere.

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A conferma di quanto raccontava, il serial killer era riuscito a disegnare i volti di tutte le sue vittime permettendo agli inquirenti di creare altrettanti identikit che sono serviti poi a riconoscere le vittime, una collaborazione nata spontaneamente ma che gli ha permesso di risparmiarsi la pena di morte. Samuel Little ha trascorso gli ultimi anni della sua vita in cella. La causa della sua morte deve ancora essere ufficialmente determinata con un'autopsia da eseguire nella contea di Los Angeles.

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