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Mercato delle armi: esportazioni nel mondo aumentate del 17%

L’industria bellica sembra non conoscere crisi. Tra i Paesi più attivi dell’ultimo quinquennio c’è la Cina, che ha incrementato le esportazioni del 162%.
A cura di Davide Falcioni
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Pochi giorni fa è stato diffuso il dossier annuale sul traffico di armi redatto dal Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) e il quadro che emerge è piuttosto chiaro. Mentre la crisi divora le certezze di centinaia di milioni di cittadini, e mentre in vaste aree del pianeta mancano i più elementari diritti, nel quinquennio 2008-2012 le esportazioni di armi convenzionali nel mondo sono aumentate del 17%, con un forte contributo dato dall'industria bellica cinese che ha incrementato le vendite di armi verso l'estero del 162% rispetto al quinquennio precedente. Pechino così è entrata a far parte del club dei primi cinque esportatori di armi del mondo.

La leadership mondiale è sempre in mano agli Stati Uniti con una quota pari al 30% dell'export globale: alle sue spalle ci sono Russia (26%), Germania (7%) e Francia (6%). La Cina ha effettuato il balzo decisivo negli ultimi anni arrivando a conquistare quota 5%. Determinante, per il successo delle armi di Pechino, la crescente domanda del Pakistan, come ha confermato il direttore del Sipri Arms Transfers Programme, Paul Holtom, in una nota ufficiale del centro di ricerca svedese. Le forniture cinesi, ha precisato, raggiungerebbero comunque un crescente numero di Stati.

Significativi anche i dati sulle  importazioni, che vedono l'India in testa davanti alla Cina. Pakistan, Corea del Sud e Singapore completano una Top Five globale interamente asiatica. Tra gli altri aspetti importanti del rapporto si segnala la leadership russa nelle esportazioni di armamenti convenzionali verso il Venezuela (il 66% dell’import di Caracas) e, soprattutto, la Siria (dove si raggiunge il 71%). Impressionanti, poi, i numeri dell’Africa: nell’ultimo quinquennio le importazioni del Continente sono cresciute del 104% rispetto ai cinque anni precedenti ma il traino viene in pratica dal solo Nord Africa dove l’import è aumentato del 350% contro il 5% delle nazioni sub sahariane.

Alla forte domanda del mercato orientale e africano si è contrapposta negli ultimi anni la significativa riduzione della spesa europea. Le importazioni del Vecchio Continente si sono ridotte del 20% nell’ultimo quinquennio a seguito di vari fattori a cominciare dalla conclusione del conflitto in Iraq e dal ridimensionamento della presenza militare in Afghanistan. Determinante, poi, l’effetto della crisi e dei conseguenti programmi di austerity. Negli ultimi 5 anni le importazioni di armi da parte della Grecia sono diminuite del 61% facendo precipitare il Paese dal 4° al 15° posto nella classifica delle importazioni del Pianeta.

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