Guerra Ucraina: i leader europei a Kiev chiedono tregua di 30 giorni, il Cremlino rilancia: “Stop alle armi”

Il presidente francese Emmanuel Macron, il premier britannico Keir Starmer, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro polacco Donald Tusk si trovano a Kiev per una visita congiunta senza precedenti. È la prima volta che i leader dei quattro principali Paesi europei si recano insieme in Ucraina: un gesto dal forte valore simbolico, che intende ribadire un sostegno "incrollabile" al Paese aggredito dalla Russia. L’obiettivo dichiarato della missione è duplice: confermare il pieno appoggio a Kiev e, in linea con la posizione degli Stati Uniti, sollecitare Mosca ad accettare un “cessate il fuoco completo e incondizionato della durata di 30 giorni”.
In una dichiarazione congiunta, i leader affermano: "Continueremo ad aumentare il nostro sostegno all'Ucraina. Intensificheremo la pressione sulla macchina da guerra russa finché Mosca non accetterà un cessate il fuoco duraturo". Contestualmente, invitano la Russia a "smettere di ostacolare gli sforzi per garantire una pace duratura" e, insieme agli Stati Uniti, chiedono a Mosca di "concordare una tregua di 30 giorni per creare lo spazio necessario a colloqui su una pace giusta e stabile".
Durante la visita, i leader europei parteciperanno anche a un vertice virtuale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e con altri rappresentanti della cosiddetta "coalizione dei volenterosi" — un gruppo di Paesi, perlopiù occidentali, pronti a offrire garanzie di sicurezza a Kiev. I partecipanti forniranno aggiornamenti sui progressi verso la creazione di una futura coalizione militare congiunta, capace di integrare forze aeree, terrestri e navali per sostenere la rigenerazione dell’esercito ucraino e favorire, nel lungo termine, una stabilità duratura nell’area.
Il presidente Macron ha evidenziato l’urgenza di agire: in un’intervista alla televisione polacca Telewizja Polska ha dichiarato che l’obiettivo è raggiungere, nei prossimi giorni, un’intesa tra Stati Uniti ed Europa per ottenere la tregua. “E se l’accordo sarà violato, scatteranno sanzioni economiche pesanti”, ha aggiunto. Macron ha poi ammonito che i russi “devono accettare una tregua vera, non solo guadagnare tre giorni per inscenare una parata il 9 maggio”.
Dal Cremlino, tuttavia, arriva una risposta netta. Il portavoce Dmitry Peskov ha affermato che la precondizione per qualsiasi accordo di tregua è la fine della fornitura di armi a Kiev, sostenendo che sarebbe l’Ucraina, non Mosca, a non essere pronta per un negoziato. Ha inoltre escluso che sia Vladimir Putin a frenare i progressi: “Il presidente sta facendo tutto il possibile per risolvere il problema e per raggiungere un accordo di pace”, ha dichiarato.
L’iniziativa europea arriva all’indomani della parata militare a Mosca per l’80° anniversario della vittoria sul nazismo, una ricorrenza che assume quest’anno un forte valore propagandistico per il Cremlino.
Nel frattempo, cresce la tensione sul campo. L’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev ha reso noto di aver ricevuto informazioni su un possibile attacco aereo di vasta portata contro l’Ucraina. In una nota, riportata da Rbc Ukraina, si invita la popolazione americana presente nel Paese a prestare la massima attenzione. "L’ambasciata ha ricevuto indicazioni su un attacco aereo potenzialmente significativo che potrebbe verificarsi in qualsiasi momento nei prossimi giorni", si legge nel comunicato, che esorta i cittadini statunitensi ad agire prontamente in caso di allarme.