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Maxi sequestro di droga in Brasile: “La mafia italiana controllava il traffico di cocaina”

Un’indagine condotta dalla polizia brasiliana, con quelle italiana e francese, ha scoperto che alcuni esponenti della mafia italiana erano i proprietari di quasi 1,2 tonnellate di cocaina sequestrate nel porto di Santos. A riportarlo fonti giornalistiche secondo cui la droga sarebbe stata inviata in Costa d’Avorio per poi essere spedita in Calabria.
A cura di Susanna Picone
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Esponenti della mafia italiana proprietari di quasi 1.2 tonnellate di cocaina sequestrate lo scorso settembre nel porto di Santos, sul litorale di San Paolo. È quanto è emerso da una indagine condotta dalla polizia brasiliana, in collaborazione con quelle italiana e francese. La notizia è stata resa nota da G1, il portale di notizie della Rede Globo. Secondo la fonte giornalistica, la polizia ha smantellato l'organizzazione criminale nelle ultime settimane, dopo il ritrovamento di centinaia di tavolette di cocaina che erano state nascoste in rulli compressori. La droga sarebbe stata inviata al porto di Abidjan, in Costa d'Avorio, per poi essere spedita in Calabria. Così le autorità hanno potuto identificare una nuova rotta internazionale della droga, che utilizzava il continente africano come tappa intermedia per fare arrivare le sostanze stupefacenti in Italia. Secondo la polizia federale brasiliana i membri della mafia usavano false aziende di costruzione in Costa d'Avorio per poter importare dal Brasile i macchinari carichi di cocaina. Stando a questo reportage, tra i responsabili del trasporto delle merci ci sarebbero sei italiani, tre ivoriani e un franco-turco. Tutti si ritrovavano in un locale italiano ad Abidjan per organizzare il traffico della droga.

“Abbiamo le prove che le merci erano destinate alla ‘ndrangheta e alla camorra, e che gli arrestati erano coinvolti nel traffico”, ha detto a G1 l'agente francese Silvain Couè, affermando che sono stati anche sequestrati denaro, armi e oggetti di alto valore. Secondo gli inquirenti la cocaina trovata nel porto di Santos è stata acquistata per 2,5 milioni di euro in Sud America e poi doveva essere venduta in Europa per 250 milioni di euro. Il capo della polizia federale di Santos ha detto che le autorità continuano a indagare per verificare se esiste un collegamento tra quest'ultimo schema di traffico di droga e l'arresto dei due latitanti Nicola e Patrick Assisi, avvenuto lo scorso 8 luglio a Praia Grande, sulla costa dello Stato di San Paolo.

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