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Mandela, l’interprete-impostore si giustifica: “Sono schizofrenico”

Thamasanqa Jantjie doveva tradurre i discorsi dei grandi nel linguaggio dei segni ma invece ha gesticolato a caso, senza “dire” nulla e per questo è stato molto contestato. Ora lui prova a spiegare: “Malattia ingiusta, chiunque non la conosca potrebbe pensare che lo faccio apposta”.
A cura di Susanna Picone
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Ha provato a giustificarsi l’uomo che, alla cerimonia di commemorazione di Nelson Mandela, ha gesticolato a caso al fianco dei grandi della terra invece di tradurre i loro discorsi nel linguaggio dei segni. Un interprete falso – Thamasanqa Jantjie – che, quando è stato smascherato, ha scatenato molte polemiche. In tanti si sono chiesti come abbia potuto fare un impostore a procurarsi il pass che aveva al collo e a restare per ore al fianco dei tanti Capi di Stato giunti a Johannesburg per Mandela. Ma ora è lo stesso interprete della lingua dei segni a provare a spiegare quanto accaduto nel giorno di Madiba in Sudafrica. In un’intervista apparsa sul quotidiano sudafricano “The Star”, Thamasanqa Jantjie ha giustificato il suo comportamento con un improvviso attaco di schizofrenia. Una malattia per la quale l’uomo assume quotidianamente farmaci.

E ha spiegato che non avrebbe potuto fare altro mentre si trovava lì: “Non potevo fare altro. Ero solo in quella situazione difficile, ho cercato di controllarmi per non far vedere al mondo cosa stava succedendo. Mi dispiace molto. Mi ci sono trovato in quella situazione”. Al finto interprete dei segni è stato però chiesto come mai non avesse semplicemente lasciato quel posto invece di gesticolare a caso e lui ha risposto che si sentiva obbligato a restare considerata l’importanza storica dell’evento. E l’ha fatto parlando ancora della sua schizofrenia: “La vita è ingiusta. Questa malattia è ingiusta. Chiunque non la conosca, potrebbe pensare che lo faccio apposta”.

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