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Malaria, MSF a Fanpage.it: “I malati aumentano causa crisi climatica. Il vaccino è una speranza”

Isabella Panunzi, responsabile della vaccinazione per Medici senza frontiere (Msf): “Tutte le previsioni indicano che a causa del surriscaldamento globale la malaria tornerà anche in Stati in cui è stata finora tenuta sotto controllo. Il vaccino è ancora uno strumento imperfetto, ma è comunque un segnale di speranza per il futuro”.
A cura di Davide Falcioni
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"La raccomandazione del vaccino contro la malaria da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità rappresenta un passaggio importante nella lotta alla malattia, ma avrà un impatto veramente positivo solo se sarà perfettamente impiegato sulla popolazione. E non sarà facile". A dirlo, in un'intervista rilasciata a Fanpage.it, la dottoressa Isabella Panunzi, responsabile della vaccinazione per Medici senza frontiere (Msf), ONG insignita con il premio Nobel per la pace nel 1999 e oggi presente in 88 Paesi del mondo con 65mila operatori umanitari. A due giorni dal via libera dell'OMS al primo vaccino contro la malaria, malattia che nel 2019 ha causato 409mila morti, abbiamo fatto il punto con l'esperta sulla situazione reale, quella "sul campo", nei villaggi africani e nelle grandi megalopoli in cui, nei prossimi mesi, il vaccino sviluppato dalla casa farmaceutica britannica GlaxoSmithKline (GSK) dovrà essere somministrato. Gli studi di laboratorio hanno dimostrato un'efficacia limitata, pari al 39% nei confronti dei contagi e al 29% verso la malattia grave. Come se non bastasse, tale efficacia è garantita solo con tre dosi, condizione non sempre facile da soddisfare in paesi con gravi difficoltà logistiche, economiche e sociali.

Il vaccino raccomandato dall'OMS contro la
Il vaccino raccomandato dall'OMS contro la

Partiamo da quello che sta avvenendo. Avete constatato un aumento dei casi di malaria?
Sicuramente sì, da anni, ma la pandemia di Covid-19 ha peggiorato ulteriormente la situazione. Le persone affette da malaria hanno spesso dovuto rinunciare a recarsi nei centri di salute e non ricevendo le cure necessarie sono morte nelle loro comunità di appartenenza. I contagi sono in forte aumento: solo nel 2020 Medici Senza Frontiere ha trattato più di 2,6 milioni di casi di malaria tra i bambini al di sotto i 5 anni, che si ammalano sempre più spesso perché le misure preventive adottate finora, come le zanzariere impregnate di insetticida e la profilassi farmacologica , sono sempre meno efficaci o non possono essere rispettate. Come fai a portarti dietro una zanzariera se, ad esempio, sei costretto a migrare a causa di una carestia o di una crisi economica? E come puoi accedere alla profilassi antimalarica se il tuo paese è alle prese con gravi instabilità politiche e sociali?

Come se non bastasse poi è arrivata la pandemia…
Esatto. In molti paesi le risorse economiche a causa della pandemia sono state dirottate verso il controllo del coronavirus. I centri di salute dedicati alla malaria ed altre malattie  sono stati convertiti in centri per lo screening e l’isolamento dei casi di Covid19, e a questo va aggiunta la paura delle popolazione di contrarre il Covid al momento della visita in strutture sanitarie.  La pandemia indubbiamente ha peggiorato la situazione per tutte le malattie, soprattutto quelle che necessitano di un immediato accesso alle cure. Come se non bastasse poi c'è il cambiamento climatico.

Anche quello avrà conseguenza sulla diffusione della malaria?
Sì, tutte le previsioni ci dicono che a causa del surriscaldamento globale la malaria tornerà anche in Stati in cui è stata finora tenuta sotto controllo. Aumenteranno le zanzare Anopheles, aumenteranno di conseguenza anche i malati: sappiamo che questo potrebbe accadere in molti paesi di Asia e Sudamerica, per esempio il Venezuela. Il cambiamento climatico cambierà anche la periodicità dei fenomeni atmosferici e con essa i picchi di contagio della malaria. È già accaduto ad esempio in Sud Sudan.

Isabella Panunzi, al centro
Isabella Panunzi, al centro

Secondo il professor Crisanti il vaccino contro la malaria non basterà a debellare la malattia. Siete d’accordo?
In un panel che si è svolto mercoledì, e al quale ha partecipato anche MSF, esperti di tutto il mondo e Organizzazione Mondiale della Sanità hanno esaminato i risultati degli studi e concordato sulla necessità di raccomandare il vaccino contro la malaria. Manca ora l'approvazione definitiva degli enti regolatori. Certo, siamo consapevoli che ci sono ancora molte criticità: il vaccino richiede più dosi da somministrare, almeno tre a distanza minima di un mese a partire dal quinto mese di vita del bambino, più la quarta dose nel secondo anno di vita. Questo significa che se un bambino ha accesso a una sola dose non cambierà il suo rischio di contrarre la malaria, essere ospedalizzato e di morire, deve comunque prendere almeno tre dosi. I valori sull'efficacia, infatti, si riferiscono alla somministrazione dell'intero ciclo vaccinale. Se  lo stesso bambino perché vaccinato non avrà acceso alle cure necessarie la mortalità potrebbe addirittura aumentare. Per questo é fondamentale informare correttamente le comunità e chiarire le aspettative.

Insomma, si tratta di un vaccino imperfetto.
Sì, è uno strumento imperfetto e avrà un impatto significativo solo se verrà impiegato alla perfezione. Pensiamo, comunque, che si tratti di un passo avanti per il controllo di una malattia con una mortalità molto alta, e contro cui le misure esistenti sono solo parzialmente efficaci anche perché per avere risultati su altri vaccini in corso di studio serviranno ancora diversi anni. Insomma, non si può essere pienamente soddisfatti ma è comunque un segnale di speranza.

Quanto costerà il vaccino anti malaria?
Non si conoscono ancora i costi ufficiali, ma in base ai documenti che abbiamo potuto consultare stimiamo tra 5 e 7 dollari per dose, cioè intorno ai 30 dollari per completare il ciclo di immunizzazione di ciascun bambino. Si tratta di un costo altissimo, insostenibile in molti paesi. Il vaccino contro il morbillo costa qualche centesimo e persino così non si riescono a coprire le spese.

Torniamo al Covid. Secondo alcuni scienziati i vaccini attualmente approvati non sono i più adeguati per una campagna d’immunizzazione di massa in Africa e ne servirebbe uno diverso: monodose e conservabile più facilmente in paesi in cui è difficile rispettare la catena del freddo. Siete d’accordo? A che punto è la ricerca?
Medici Senza Frontiere è da anni impegnata a garantire a tutti l'accesso ai vaccini, per questo è fondamentale in continenti come l'Africa che siano termostabili, cioè che non necessitino di refrigerazione a temperature molto basse come accade con la piattaforma a mRna (Pfizer e Moderna). Abbiamo chiesto spesso ai produttori di impegnarsi in tal senso e condurre studi per verificare se i loro vaccini siano sicuri ed efficaci anche se conservati a temperature più "flessibili", come avviene ad esempio con il vaccino del Colera. Questi studi di laboratorio sono però molto costosi, i processi di approvazione molto lunghi ed è evidente che non c'è un interesse economico per le case farmaceutiche: se il loro obiettivo è quello di vendere vaccini ai paesi ricchi la catena del freddo non è un problema. Dopodiché dobbiamo essere chiari: nei paesi a basso reddito attualmente mancano anche i vaccini a vettore virale (AstraZeneca e J&J), molto più facili da conservare. Purtroppo per permettere un accesso equo ai vaccini control il Covid in Africa serviranno ancora anni.

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