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Leader di Samsung Lee Jae-yong condannato per uso di stupefacenti

Il magnate ed erede del colosso elettronico coreano Samsung ha sempre affermato di aver assunto un potente anestetico per un trattamento ospedaliero avvenuto in una clinica di chirurgia plastica. Per l’accusa, però, l’uso del farmaco era illegale perché completamente sganciato dai trattamenti medici.
A cura di Antonio Palma
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Nuovi guai giudiziari per l’erede e leader di Samsung Lee Jae-yong, condannato ora da un tribunale di Seul per uso illegale di stupefacenti. L’accusa si riferisce all’abuso di un particolare e potente anestetico di cui il vicepresidente del colosso dell'elettronica sudcoreano sarebbe entrato in possesso in maniera illegale facendolo passare per una terapia medica. L’erede del gruppo ha sempre affermato di aver assunto il Propofol per un trattamento ospedaliero avvenuto in una clinica di chirurgia plastica ma per l’accusa, invece, l'uso dell’anestetico era completamente sganciato dai trattamenti medici. Una tesi accolta in pieno ora dalla Corte distrettuale centrale di Seul che lo ha condannato a per uso illegale di stupefacenti.

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Per Lee Jae-yong è scattata una multa da 70 milioni di won, oltre 50.000 euro per l’uso illecito del farmaco e un'ulteriore confisca di 17 milioni di won per le violazioni della legge sul controllo degli stupefacenti. L'erede del gruppo Samsung era stato incriminato nel giugno scorso al termine delle indagini della locale Procura secondo la quale Lee Jae-yong sarebbe entrato in possesso del Propofol a più riprese tra il gennaio 2015 e il maggio 2020 per un totale di almeno 41 occasioni accertate. Con lui risultano indagati anche i sanitari che gli hanno fornito la sostanza e che vengono ora giudicati in separata sede.  Secondo la legge sudcoreana, infatti, son perseguibili sia il destinatario di una sostanza medica somministrata illegalmente sia coloro che l'hanno permesso. A processo andrà il personale della clinica che gli ha somministrato il farmaco e che a sua volta nega gli illeciti ribadendo che il tutto sarebbe avvenuto nell’ambito di un trattamento ospedaliero.

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La nuova batosta per Lee Jae-yong non intaccherà certo il suo patrimonio ma probabilmente la sua immagine, già offuscata da un’altra condanna molto più severa per l’accusa di corruzione. Lee infatti è stato già condannato a 2 anni e mezzo di carcere dall'Alta Corte di Seul il 18 gennaio per un caso di corruzione che coinvolgeva l'ex presidente della Repubblica di Corea. Ad agosto era stato rilasciato per l'intervento presidenziale con la promessa di corposi interventi in campi come chip e biofarmaci per la produzione di "semiconduttori e vaccini". Il magnate infine attende ancora la sentenza del processo per manipolazione del prezzo delle azioni e frode contabile relativa alla fusione di due società Samsung nel 2015, attraverso la quale consolidò il suo possesso azionario e il suo controllo sul gruppo dell'elettronica.

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