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Le americane insorgono contro il sessismo di Trump. Lui: “Mia figlia? Una f…”

Una mobilitazione online di massa per ricordare che gli atteggiamenti sessisti e misogini sono ormai considerati normalità negli Stati Uniti e che le recenti uscite di Donald Trump, di cui sono uscite ulteriori frasi compromettenti sulla figlia Ivanka, concorrono a enfatizzarli e a far credere agli uomini che sia giusto comportarsi così nei confronti delle donne.
A cura di C. M.
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Non accenna a placarsi la polemica scoppiata in seguito alla diffusione di un vecchio video del 2005 in cui si sente Donald Trump pronunciare alcune frasi sessiste nei confronti delle donne. Il tycoon statunitense candidato alla presidenza degli Stati Uniti d'America, vantandosi delle sue capacità di Casanova, disse che le donne non resistono agli uomini ricchi e che gli uomini ricchi possono permettersi di tutto "assolutamente di tutto".

La polemica non accenna a ridursi, nonostante le scuse di Trump – che ha sostenuto fossero delle chiacchiere da uomini e che in quelle situazioni si tenda a lasciarsi andare, ma che non volevano essere delle offese al genere femminile, piuttosto fossero semplicemente commenti goliardici. Dopo le scuse, però, sono usciti altri audio compromettenti che hanno fatto sì che la polemica continuasse a montare, divenendo ancor più violenta. In un audio del passato, registrato quando Ivanka, figlia di Donald Trump, aveva 24 anni circa, si sente il tycoon commentare: "Va bene se la chiamano pezzo di f…, è molto sensuale". E poi, ancora: "Sai che è una delle più belle donne del mondo, è alta, ha un corpo pazzesco… Dico che se Ivanka non fosse mia figlia, vorrei uscire con lei", sottolineando di non avere problemi per la differenza d'età.

Nonostante la presa di distanza pubblica del candidato repubblicano alla vicepresidenza Mike Pence, che ha sottolineato quanto questo tipo di atteggiamenti siano deleteri per il partito e le dichiarazioni di Trump assolutamente fuori luogo, l'opinione pubblica statunitense – soprattutto quella femminile – sta continuando la propria battaglia contro il sessismo manifestato dal tycoon americano, accusandolo di alimentare la cultura dello stupro.

In queste ultime ore alcune influencer e giornaliste, rilanciando l'hashtag #NotOkay, stanno infatti raccontando tutte le esperienze di molestie e tentate violenze vissute nella loro vita, partendo dai ricordi infantili fino a quelli più recenti. Il Washington Post ha pubblicato un lunghissimo articolo raccogliendo le varie testimonianze e sottolineando quanto questi gesti sessisti commessi da una moltitudine di uomini c'entrino molto con le considerazioni relative alle donne espresse da Trump e che un candidato presidente sessista e misogino contribuirebbe ad alimentare la cosiddetta "cultura dello stupro" ovvero quella mentalità molto maschilista che sostiene l'idea che una donna valga in qualche maniera meno di un uomo e non ci sia nulla di male a fare commenti piccanti, battute maleducate o a provare approcci aggressivi per portarsi a letto una donna.

"Avevo 8 anni, non sapevo cosa mi stesse accadendo" ha twittato una donna. "Era sull'autobus, un uomo mi ha palpato la vagina e mi ha sorriso", ha raccontato una ragazzina di 12 anni. "Ho 13 anni, un mio compagno mi ha sollevato la gonna. Io ho strillato e l'ho schiaffeggiato. Il maestro mi ha detto che non era il caso di fare storie per uno scherzo del genere". Migliaia di tweet che raccontano quando questa cultura sia radicata negli americani, tanto che anche i più piccoli sembrano averla assorbita nonostante la giovane età, un tema che sembra non essere seriamente preso in considerazione dal candidato alla Casa Bianca Donald Trump.

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