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“La musica è la medicina”: in migliaia a Londra ballano in strada nonostante la variante Delta

Migliaia di giovani hanno manifestato nel centro di Londra per chiedere al governo inglese di riaprire le discoteche e i club di musica dal vivo, chiusi a causa dell’aumento dei contagi causati dalla variante Delta.
A cura di Davide Falcioni
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Oltre 4,7 milioni di contagi dall'inizio dell'emergenza sanitaria, più di 128 mila morti e una nuova ondata causata dalla variante Delta. Eppure migliaia di persone ieri si sono date appuntamento nel centro di Londra per protestare contro il prolungamento delle restrizioni imposto dal governo per fronteggiare l'aumento delle infezioni: i manifestanti hanno contestato le limitazioni a cui deve sottostare l'industria dell'intrattenimento, soprattutto i locali notturni come club e discoteche. I contestatori hanno organizzato un vero e proprio deejay set ambulante, con musica sparata da potenti impianti di amplificazione allestiti su dei camion mentre i manifestanti – ballando – si sono avvicinati al Parlamento sostenendo a gran voce che le riaperture – programmate per il 19 luglio – dovrebbero essere anticipate.

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La protesta è stata organizzata dal gruppo di pressione Save Our Scene ed è stata definita "la più grande manifestazione dell'industria creativa mai realizzata nel Regno Unito". L'evento, in particolare, è stato chiamato Freedom to Dance ed è stato sostenuto da diverse importanti figure del settore, tra cui DJ Hannah Wants, il produttore discografico Alan Fitzpatrick e il fondatore e frontman del gruppo hip hop So Solid Crew Dwayne Vincent. I manifestanti hanno chiesto al governo di riaprire i locali notturni dichiarandosi pronti a rispettare tutte le misure necessarie per il controllo dell'epidemia, in particolare garantendo la possibilità di identificare e tracciare tutti i casi positivi. "Il nostro settore contribuisce al Pil nazionale con oltre 1,7 miliardi di dollari. Diamo lavoro a 116.000 persone. Chiediamo di poter riaprire. Siamo in una condizione ormai disperata", è stato l'appello fatto al governo dagli organizzatori della protesta contro le chiusure.

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