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La Croazia entra nell’area Schengen e adotta l’euro, cosa cambia per chi ci va dall’Italia

La Croazia è il ventesimo Paese che adotta l’euro come moneta, il 27esimo a entrare nell’area Schengen di libera circolazione. Per chi va dall’Italia, questo significa che sarà più facile sia entrare in Croazia – senza controlli di frontiera – sia pagare, poiché non sarà necessario cambiare i propri euro.
A cura di Luca Pons
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Dal 1° gennaio 2023, la Croazia diventa il ventesimo Paese dell'Unione europea ad adottare l'euro come moneta, e in più è il 27esimo Stato che entra nell'area Schengen, la zona europea in cui è più semplice circolare liberamente per le persone.

Ingresso nell'Eurozona, pagare è più facile per chi usa gli euro

Per quanto riguarda la moneta, l'euro avrà un periodo di ‘convivenza' con la valuta locale, la kuna, di due settimane, quindi si potrà pagare in kune fino al 14 gennaio. In Italia, quando l'euro venne introdotto 21 anni fa (era il 1° gennaio 2002), il periodo di convivenza fu di due mesi. Con l'allargamento dell'euro alla Croazia, sono circa 347 milioni gli abitanti che usano la moneta europea. È la prima espansione dell'Eurozona dal 2015, quando aderì della Lituania.

Un euro vale esattamente 7,5345 kune, e cambiare le kune in euro sarà gratuito – cioè non ci saranno commissioni aggiuntive – fino alla fine dell'anno. Già da settembre 2022, e fino alla fine del 2023, è obbligatorio per tutti indicare i prezzi di beni e servizi in vendita dicendo il prezzo sia in euro, sia in kune. Per quel che riguarda i visitatori dagli altri Paesi europei, come l'Italia, il cambiamento principale è che non sarà più necessario cambiare i propri euro in kune, ma si potranno usare direttamente i propri soldi per pagare.

La Croazia fa parte dell'Unione europea dal 1° luglio 2013. Ci sono voluti 10 anni per mettere in atto le riforme che erano state considerate necessarie per aderire anche all'euro e all'area Schengen. La richiesta formale di entrare nell'euro è arrivata nel 2017, quella di aderire al regime Schengen già nel 2015.

Da allora, c'è stato un lungo processo delle istituzioni europee, che hanno analizzato l'economia croata – specialmente la sua stabilità – e il suo apparato di sicurezza per quel che riguarda la libera circolazione delle persone tra Paesi, dato che tra gli Stati dell'area Schengen non ci sono controlli alla frontiera. Entrambi gli ingressi, infine, sono stati approvati nei mesi scorsi.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, oggi sarà a Zagabria per le celebrazioni. Von der Leyen ha detto che "la Croazia può essere fiera di entrare nell'Eurozona" e che questo ingresso avrà importanti ricadute economiche per il Paese. La Croazia, infatti, "riuscirà ad attrarre più investimenti, si creeranno nuovi posti di lavoro, crescerà l'economia", e ancora, "potrebbe anche diventare un hub energetico europeo per fonti rinnovabili. In breve, l'Europa rende la Croazia più forte, e la Croazia rende l'Europa più forte".

Con l'ingresso della Croazia, restano sette gli Stati dell'Unione europea che non utilizzano l'euro. Di questi, sei si sono già legalmente impegnati ad adottarlo: Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania e Svezia. La Danimarca, invece, è l’unico Paese dell'Ue a non aver preso questo impegno.

Area Schengen, nessun controllo alla frontiera con i Paesi europei

Per quanto riguarda l'ingresso nell'area Schengen, come detto la Croazia è il 27esimo Paese che ne fa parte. L'ultimo allargamento dell'area era avvenuto nel 2011, con il coinvolgimento del Liechtenstein. Diversi membri del governo croato, tra cui il ministro degli Esteri Goran Grlic-Radman, hanno celebrato questa notte tagliando simbolicamente un nastro al confine con l'Ungheria.

A mezzanotte, infatti, sono stati aboliti automaticamente 73 valichi di frontiera con la Slovenia e proprio con l'Ungheria, oltre ai controlli di confine nei 12 porti marittimi che hanno linee dirette verso l'Italia. Questo dovrebbe facilitare molto anche il commercio e il turismo. Saranno invece rafforzati i controlli ai confini esterni dell'Unione, cioè quelli con il Montenegro, la Serbia e la Bosnia-Erzegovina.

Va precisato che, per quanto riguarda gli spostamenti aerei, a seguito di un accordo con l'Associazione internazionale del trasporto aereo, i controlli in aeroporto resteranno i vigore fino al 26 marzo 2023, quando partirà l'orario di volo estivo. Con la Croazia, salgono a 420 milioni le persone che possono circolare liberamente nell'area Schengen.

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