Johara Khanifs, attivista palestinese uccisa con una bomba sotto l’auto: “Denunciava i femminicidi”
Una bomba sotto l'auto, esplosa non appena la vettura è stata messa in moto. È morta così Johara Khanifs, attivista palestinese, uccisa nella città araba di Shefa-Amr (conosciuta in ebraico come Shfaram) martedì sera. Una vera e propria esecuzione nei confronti della 28enne, figlia di Faraj Khanifs, vicesindaco di lunga data della città che si trova all'interno dei confini di Israele. La madre è invece impegnata da anni nel dipartimento per la Parità di genere del comune di Shfaram.
Come tanti giovani attivisti della sua età diceva di non sentirsi al sicuro: “Il governo e la polizia non ci difendono – le parole affidate al sito Arab48 – tutte siamo esposte, non c’è uno spazio per noi nella società”. Il riferimento è al fatto che il numero di omicidi nella comunità degli arabi israeliani sia arrivato già a 35 nei primi cinque mesi e mezzo del 2022.
Un omicidio al quale hanno risposto diversi gruppi in difesa dei diritti delle donne che, uniti in una coalizione, la FDA, hanno lanciato una campagna anti-femminicidi che si accompagna a quelle già in atto per scongiurare gli attivi di violenza nei confronti della comunità palestinese in Israele. La coalizione, fondata nel 2020, comprende 22 gruppi per i diritti delle donne che operano in tutta la Palestina storica. Secondo i dati diffusi dalla coalizione stessa, è molto più probabile che i cittadini palestinesi di Israele siano vittime di crimini rispetto ai loro omologhi ebrei: sebbene infatti costituiscano poco più del 20% della popolazione israeliana, rappresentano oltre il 60% di tutte le vittime di omicidio.
“Johara era un'attivista contro la violenza – spiega la FDA in una nota – la sua era una voce forte contro i crimini che avvengono nella nostra comunità, ma qualcuno l'ha messa a tacere con questa esplosione”. L'invito a tutti i cittadini palestinesi all'interno dei confini di Israele è di "assumersi le loro responsabilità riguardo alla violenza mortale contro le donne, che è in corso senza deterrente, e a boicottare gli assassini di donne e i criminali in generale".
I palestinesi all'interno di Israele hanno a lungo accusato la polizia israeliana di chiudere un occhio sulla criminalità all'interno delle loro comunità. Un rapporto del 2021 del quotidiano Haaretz affermava che solo il 23% degli omicidi all'interno della comunità palestinese è stato risolto dalla polizia israeliana rispetto al 71% degli omicidi all'interno della comunità ebraica.