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Incendi California, sale ancora il bilancio delle vittime: 56 morti e oltre 100 dispersi

Gli incendi che attanagliano la California continuano a mietere vittime e a distruggere case. Mentre continuano le ricerche l’ultimo bilancio diffuso dalle autorità americane parla di cinquantasei morti e almeno centotrenta persone ancora disperse. Nei roghi sarebbero state distrutte più di ottomila case.
A cura di Susanna Picone
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L’incendio che sta colpendo in questi giorni la California è considerato il più devastante mai visto nello Stato americano. Il bilancio delle vittime sale di continuo – l’ultimo fornito dalle autorità americane parla di almeno cinquantasei morti e ancora centotrenta dispersi – e i vigili del fuoco stanno lavorando senza sosta per tentare di neutralizzare i roghi. Le fiamme, alimentate dai venti che si abbattono su una vegetazione inaridita a causa della prolungata siccità, hanno bruciato finora 505mila km quadrati al nord e altri 378 al sud. I vigili del fuoco sono riusciti a contenere finora circa il 30 percento del fronte di fuoco, rallentando la sua corsa verso Oroville, cittadina di 19.000 abitanti, dopo che ha già inghiottito Paradise, a nord di Sacramento. Al momento la maggior parte delle vittime sono state registrate nella zona intorno alla città di Paradise, che conta circa 26.000 abitanti. Sono oltre cinquemila i vigili del fuoco impegnati a combattere le fiamme e, stando a una stima ancora non definitiva, nei roghi sarebbero state distrutte più di ottomila case. Gli sfollati invece sono oltre cinquantamila. Le squadre di soccorso hanno recuperato i resti delle vittime all’interno di case e auto carbonizzate.

Il presidente americano Donald Trump ha riconosciuto lo stato di disastro e ha ordinato aiuti federali per le zone colpite, cioè le contee di Butte, Los Angeles e Ventura, secondo quanto ha riferito la Casa Bianca. Una mossa che però non è servita a cancellare le polemiche per la accuse lanciate da Trump contro la gestione del patrimonio boschivo locale. Ad aumentare la tensione c’è anche l'allarme diffuso dalla organizzazione “dei fisici per la responsabilità sociale”, secondo cui è probabile che il fumo e le ceneri degli incendi diffondano la contaminazione radioattiva e chimica presente nel suolo e nella vegetazione vicino ad un ex sito nucleare nelle colline a nord-ovest di Los Angeles. Si tratta del Santa Susana Field Laboratory, sito usato per decenni per testare i motori dei razzi e fare ricerca nucleare. Uno dei suoi reattori subì una parziale fusione nel 1959. Le autorità locali hanno però assicurato di non aver trovato livelli di radiazioni sopra la norma dopo che le fiamme hanno lambito il sito.

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