529 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

In trappola col violento: “Cerco di attirare la sua rabbia su di me per salvare i bambini”

Intrappolate in casa con il violento o con l’abusatore. È quello che sta accadendo a migliaia di donne di tutto il mondo a causa delle disposizioni per l’emergenza Coronavirus. Secondo le Nazioni Unite le donne che vivono nei Pesei più poveri hanno meno possibilità di chiedere aiuto, come accade in India, dove è stato disposto il lockdown totale lo scorso 25 marzo. Geeta, moglie di un autista di risciò: “Cerco di attirare la sua rabbia su di me per salvare i bambini”.
A cura di Angela Marino
529 CONDIVISIONI
Immagine

Intrappolate in casa con il violento o con l'abusatore. È quello che sta accadendo a migliaia di donne di tutto il mondo a causa delle disposizioni per l'emergenza Coronavirus. Le Nazioni Unite hanno avvertito che le donne nei Paesi più poveri e nelle case più piccole avranno meno possibilità di denunciare gli abusi e farsi soccorrere. Il rischio è quello di avere vittime collaterali dell'emergenza sanitaria, ovvero le donne che potrebbero soccombere ai loro carnefici in condizioni di convivenza forzata. È il caso dell'India, dove il lockdown totale è stato dichiarato lo scorso 24 marzo per limitare il contagio.

Così Geeta, vittima di violenza, intervistata dalla BBC: "I bambini hanno visto il padre arrabbiato molte volte nella loro vita, ma nelle ultime settimane è stato peggio. Lo hanno visto lanciare cose contro il muro e tirarmi per i capelli". Geeta e suo marito vivono in un quartiere a basso reddito, in una zona rurale. Lui fa l'autista di risciò, con la minore circolazione di mezzi ha visto diminuire vistosamente i suoi guadagni, così beve, impreca, se la prende con la moglie. "Le cose sono cambiate quando la scuola ha chiuso il 14", dice Geeta. "Poi i bambini erano costantemente a casa e hanno iniziato a irritare mio marito"."Di solito riserva la sua rabbia a me, ma ha iniziato a urlare contro di loro per cose banali. Quando succede, dico qualcosa per distogliere la sua attenzione da loro in modo che si arrabbi con me, ma più tempo siamo insieme, meno riesco in questi sforzi".

Prima che tutto questo accadesse Geeta frequentava segretamente dei corsi professionali organizzati dagli assistenti sociali per donne vittime di violenza. Il suo progetto è acquisire un mestiere per poter provvedere ai suoi figli e lasciare finalmente il marito. Ma il blocco di 21 giorni dell'India, iniziato il 24 marzo, ha posto fine alle lezioni sono e impedisce i consulenti della comunità di visitare le donne vittime di violenza.

Non vanno meglio le cose in Italia, dove i centri antiviolenza hanno registrato un calo delle chiamate dovuto alla convivenza a stretto contatto con il violento. Di oggi la notizia di un femminicidio di una giovane studentessa in medicina avvenuto a Messina, dove la vittima, Lorena Quaranta, è stata strangolata dal fidanzato che poi ha tentato il suicidio. Una settimana fa, invece, un ragazzo di vent'anni uccideva la madre nella loro casa di Roma, dopo un banale litigio. Evidentemente, per uomini maltrattanti e violenti, la ‘restrizione' domestica, rappresenta un importante fattore di stress.

529 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views