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In Cina censurato un romanzo prima che fosse finito: “Il file non può essere aperto”

A denunciare i fatti è stata la stessa scrittrice su un forum di letteratura cinese, avviando un dibattito che infine ha trovato parziale ammissione da parte della società che produce il software.
A cura di Antonio Palma
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Immaginate di lavorare al vostro romanzo sul vostro computer di casa quando all'improvviso il software di videoscrittura vi dice che non potete più aprire la bozza perché contiene informazioni illegali. È l'assurda vicenda capitata a una scrittrice cinese che scriveva sotto lo pseudonimo di Mitu e che ha scatenato una valanga di proteste diventando l'argomento top trend su Weibo, il social network cinese.

A denunciare i fatti è stata la stessa scrittrice su un forum di letteratura cinese, avviando un dibattito che infine ha trovato parziale ammissione da parte della società che produce il software.: "

Alla base di tutto un software locale di elaborazione testi basato su cloud. Come ha spiegato la malcapitata ai giornali locali, inizialmente credeva fosse un bug del sistema e per questo si era rivolta ai forum di scrittori ma così è emerso che anche ad altri era capitato la stessa cosa.

Dopo o dopo che alcuni importanti account di influencer hanno ripreso la notizia, il caso è diventato di dominio pubblico e la stessa azienda ha ammesso parzialmente il blocco.

In pratica l'azienda ha spiegato che il file non è stato cancellato ma che il suo contenuto ritenuto illegale per le leggi cinesi ha fatto scattare un blocco su cloud e quindi l'impossibilità di aprirlo da altre parti. In pratica ne è stata bandita la condivisione e quindi anche l'accesso allo stesso autore che può aprirlo solo sui computer dove lo ha salvato anche in locale

Questo però non ha risparmiato le critiche visto che è una ammissione del fatto che il software spia quanto si scrive per vedere se corrisponde alle leggi locali cinesi, che si sa sono molto restrittive.

"Il contenuto è tutto pulito e può anche essere pubblicato su un sito Web di letteratura, ma WPS ha deciso che dovrebbe essere bloccato. Chi le ha concesso il diritto di esaminare i documenti privati ​​degli utenti e decidere arbitrariamente cosa farne? " ha chiesto la scrittrice

"Tutte le piattaforme che forniscono servizi di informazione online sono responsabili della revisione del contenuto che viene diffuso sulle loro piattaforme", afferma una dichiarazione dell'azienda, citando la legge cinese sulla sicurezza informatica.

In pratica, tutti i fornitori di servizi Internet sono obbligati a cancellare e bloccare i contenuti sulla loro piattaforma "dopo aver scoperto informazioni di cui la legge o i regolamenti amministrativi vietano la pubblicazione o la trasmissione". Secondo l'azienda, se si lavora sempre in locale non scatta alcun controllo ma è l'atto di condivisione del lavoro sul cloud a far scattare la censura algoritmica, anche se è una condivisone solo personale per lavorare su diversi computer e avere sempre lo stesso documento aggiornato. Una sorta di censura preventiva che ti spia prima ancora che pubblichi il contenuto per farlo leggere ad altri.

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