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I dubbi sulla morte della pallavolista afghana: “Non è stata decapitata dai talebani”

Dopo che la notizia della morte della giovane pallavolista afghana decapitata dai talebani a Kabul, denunciata da una sua allenatrice, è finita su molti media internazionali, sono arrivate una serie di smentite della vicenda: secondo Matiullah Shirzad, direttore di Aamaj News, una testata con corrispondenti nelle 34 province dell’Afghanistan, citato dall’Agenzia Dire, la ragazza sarebbe morta in circostanze da chiarire prima che i talebani tornassero al potere ad agosto.
A cura di Ida Artiaco
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La notizia che è circolata nelle ultime ore su molti media internazionali secondo cui Mahjabin Hakimi, giovane pallavolista della nazionale afghana, sarebbe stata decapitata dai talebani, potrebbe non essere vera. A sollevare i dubbi è stata l'Agenzia Dire che cita a sua volta Matiullah Shirzad, direttore di Aamaj News, una testata con corrispondenti nelle 34 province dell'Afghanistan. Secondo il giornalista, infatti, i familiari della ragazza hanno confermato che Hakimi è deceduta in circostanze da chiarire prima dell'ingresso dei talebani a Kabul e della loro presa del potere, avvenuta il 15 agosto. Stando a questa ricostruzione, "sicuramente" la giovane non è stata uccisa dai miliziani. Ma facciamo un passo indietro per ricostruire la vicenda.

Il 19 ottobre scorso il quotidiano Persian Indipendent aveva pubblicato la denuncia di una allenatrice della ragazza e della squadra nazionale di pallavolo femminile afghana, identificata per ragioni di sicurezza con lo pseudonimo di Suraya Afzali. L'atleta, stando alle sue dichiarazioni sarebbe stata assassinata a inizio ottobre, ma la notizia non è stata diffusa dai familiari per timori di rappresaglie. Secondo Afzali, dopo la caduta del governo di Ashraf Ghani, le atlete in tutto il Paese hanno dovuto affrontare una seria minaccia alla sicurezza e i talebani le hanno perseguite.

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Poi, dopo che la notizia è finita su molti media internazionali, è arrivata la smentita. A conferma di ciò ci sarebbe anche un documento che stabilisce che il decesso della giovane è avvenuto il 22 del mese di Mordad dell'anno 1400 nel calendario persiano, equivalente al 13 agosto 2021. Shirzad definisce "senza fondamento" la notizia che Hakimi sia stata uccisa dai talebani a causa del suo rifiuto di indossare il velo quando praticava la pallavolo e per la sua appartenenza alla minoranza degli Hazara. A smentire questa versione anche Miraqa Popal, ex editore capo dell'emittente nazionale Tolo News, ora rifugiato in Albania. Il cronista ha rilanciato un post sull'assassinio della giovane, scrivendo che "non è vero" e che la sportiva "si era suicidata dieci giorni prima della presa del potere talebana", quando Popal era "ancora responsabile delle notizie per Tolo". Secondo Shirzad, però, è per ora impossibile confermare che la giovane si sia suicidata perché la famiglia non lo ha comunicato. Scelte del genere, ha sottolineato il giornalista, sono frequenti nella società afghana, dove il suicidio è spesso tabù. Per altro, i cronisti di Aamaj News confermano che l'articolo in farsi che era stato pubblicato sul Persian Indipendent, anche su segnalazione della famiglia, è stato rimosso. Anche il giornalista che ha lanciato la news ha eliminato il tweet che aveva condiviso sul proprio account.

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