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Orrore in Afghanistan, la denuncia dell’allenatrice: “I talebani hanno decapitato mia pallavolista”

Mahjabin Hakimi, giovane pallavolista in forze al Kabul Municipality Volleyball Club e della nazionale giovanile, sarebbe stata decapitata dai talebani. È la denuncia di uno degli allenatori ad un quotidiano locale. Qualche giorno fa sarebbero addirittura comparse sui social media le foto della testa mozzata dell’atleta e il collo insanguinato. Ma ci sono dubbi sulla veridicità della notizia.
A cura di Ida Artiaco
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Orrore in Afghanistan, dove una giovane pallavolista in forze al Kabul Municipality Volleyball Club e della nazionale giovanile, Mahjabin Hakimi, sarebbe stata decapitata dai talebani. La denuncia è stata fatta al quotidiano Persian Indipendent da una allenatrice della ragazza e della squadra nazionale di pallavolo femminile afghana, identificata per ragioni di sicurezza con lo pseudonimo di Suraya Afzali. L'atleta sarebbe stata assassinata a inizio ottobre, ma la notizia non è stata diffusa dai familiari per timori di rappresaglie. Secondo Afzali, dopo la caduta del governo di Ashraf Ghani, le atlete in tutto il Paese hanno dovuto affrontare una seria minaccia alla sicurezza e i talebani le hanno perseguite, perquisendo le loro case in varie città. Molte, in particolare i membri della squadra di pallavolo femminile che hanno gareggiato in competizioni estere e nazionali e hanno partecipato a programmi in tv, sono state seriamente minacciate. E a qualcuna, come Hakimi, è andata ancora peggio. Qualche giorno fa sarebbero addirittura comparse sui social media le foto della testa mozzata della giocatrice e il collo insanguinato.

La morte di Mahjabin ha alimentato i timori del mondo dello sport afghano relativi alla volontà dei talebani di eliminare le discipline femminili. Dopo la caduta di Kabul, infatti, tutte le attività delle donne in ambito sportivo, politico e sociale sono cessate e ci sono ancora preoccupazioni per le continue restrizioni alla vita, al lavoro e alla sicurezza di queste ultime. Nello specifico, la squadra nazionale di pallavolo femminile afgana è stata fondata nel 1978 e già aveva cessato le attività dal 1992 al 2002 a causa della guerra civile e poi del dominio dei talebani. Solo "due componenti della squadra sono riuscite a fuggire" prima che i talebani riprendessero il controllo di Kabul ad agosto, ha aggiunto l'allenatore.

Tuttavia, sono stati sollevati alcuni dubbi sulla veridicità della notizia. L'agenzia Dire cita infatti Matiullah Shirzad, direttore di Aamaj News, una testata con corrispondenti nelle 34 province dell'Afghanistan, secondo il quale la ragazza non sarebbe stata uccisa dai talebani come riferito da alcuni media internazionali. Familiari della ragazza avrebbero confermato che Hakimi, giocatrice della nazionale giovanile di pallavolo, è morta in circostanze da chiarire prima dell'ingresso dei talebani a Kabul e della loro presa del potere, avvenuta il 15 agosto. Stando a questa ricostruzione, "sicuramente" la giovane non è stata uccisa dai miliziani. A smentire la versione circolata nelle scorse ore, anche Miraqa Popal, ex editore capo dell'emittente nazionale Tolo News, ora rifugiato in Albania.

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