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Hong Kong, retata di attivisti: in manette anche i leader Joshua Wang e Agnes Chow

Nuova retata da parte delle autorità di Hong Kong contro i dissidenti che da tempo protestano contro le riforme filo cinesi nel Paese. In manette anche Joshua Wong e Agnes Chow, leader del “movimento degli ombrelli”. Come conseguenza i promotori del gruppo Civil Human Rights hanno annullato la grande manifestazione di sabato.
A cura di Antonio Palma
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Non si ferma la repressione da parte delle autorità di Hong Kong contro gli attivisti del Fronte civile per i diritti umani che da mesi ormai si battono contro le riforme volute da Pechino e giudicate come una forte limitazione alla libertà di parola nell'ex colonia. Nelle scorse ore un blitz della polizia ha fatto scattare le manette per diversi dissidenti tra cui alcuni leader della protesta tanto da spingere gli organizzatori della marcia pro-democrazia a cancellare la manifestazione in programma sabato. Nella retata infatti sono finiti anche due nomi noti delle proteste, Joshua Wong e Agnes Chow, ex leader delle manifestazioni studentesche del 2014 note come “movimento degli ombrelli”. i due arresti vanno ad aggiungersi a quello di un altro leader fermato invece giovedì, Andy Chan, a capo di un partito politico a favore dell’indipendenza.

Wong e Chow sono stati bloccati dagli agenti nella prima mattinata di venerdì nei pressi delle loro abitazioni. Il primo, uscito dal carcere lo scorso giugno dopo aver scontato un mese per una precedente protesta, è stato fermato appena uscito di casa mentre era diretto verso la metropolitana. La seconda bloccata mentre era ancora nella sua abitazione, intorno alle 7.30 del mattino. Per entrambi le accuse sono di aver partecipato e incoraggiato una manifestazione contro la polizia il 21 giugno scorso oltre a svariate partecipazioni ad assemblee non autorizzate. Quest'ultima è la stessa accusa rivolta anche a Chan, incriminato  per aver partecipato agli scontri con la polizia.

Come conseguenza i promotori del gruppo Civil Human Rights hanno annullato la grande manifestazione alla quale si prevedeva una partecipazione di massa. La motivazione è la paura per i possibili scontri e l'incolumità dei partecipanti dopo l'escalation che ha visto la polizia fare uso anche di armi da fuoco. Il raduno del resto era stato già espressamente vietato dalle autorità locali  anche se non è escluso che altri attivisti si presentino comunque in piazza

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