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Guerra in Libia, Putin: “la risoluzione dell’ONU come una crociata medievale”

Il premier russo Vladimir Putin ha accusato la risoluzione dell’ONU di essere come una “chiamata medievale alla crociata” condannando duramente i bombardamenti delle forze alleate e gli Stati Uniti.
A cura di Cristian Basile
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Per la seconda notte consecutiva le città di Tripoli e Bengasi sono state al centro di pesanti attacchi delle forze internazionali che cercano, in un'azione militare piuttosto discutibile, di fermare gli abusi di Mu'ammar Gheddafi sulla sua popolazione. Con il controllo aero nelle proprie mani, la coalizione cerca adesso di mettere fuori gioco le forze terrestri del colonnello presenti ancora in molto zone dell'est del paese e nella città di Misurata, a 200 chilometri da Tripoli.

Davanti al castigo delle forze internazionali le forze di Gheddafi retrocedono e nell'est i ribelli cercano di recuperare terreno. Intanto molto dura è stata la reazione russa ai bombardamenti alleati degli ultimi giorni durante l'operazione militare rinominata "Odissea all'alba". Il primo ministro russo, Vladimir Putin ha condannato la reazione occidentale in Libia giudicando "medievale" la risoluzione dell'ONU e comparandola ad una crociata.

"La risoluzione è un errore, è stato permesso di tutto. Assomiglia ad una chiamata medievale alla crociata" ha detto  durante una visita ad una fabbrica di missili balistici in Russia e indicando che il contenuto della risoluzione "permette a tutti di adottare qualsiasi tipo di azione contro uno Stato sovrano". Il premier russo ha anche lanciato una frecciata agli americani, accusando la tendenza di Washington di intervenire militarmente in tutto il mondo agendo spesso senza coscienza nè logica.

Già dall'inizio dell'operazione alleata in Libia, la Russia aveva criticato i bombardamenti di obiettivi strategici come i ponti. "Questi attacchi aerei non sono previsti dalla risoluzione dell'ONU" aveva dichiarato il Ministro degli Esteri russo. La risoluzione in effetti aveva come obiettivo principale quello di proteggere la popolazione civile ma gli attacchi aerei contro ponti ed altri obiettivi non puramente militari hanno provocato la morte di almeno 48 civili. Molto critico è stato anche l'ambasciatore russo presso la NATO, Dmitri Rogozin: "Credo che gli attacchi contro le installazioni che non hanno niente a che vedere con l'aviazione, inclusi mezzi di difesa antiaerea, aeroporti, non corrispondono agli obiettivi segnalati dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza".

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