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Ex spia russa avvelenata. Nuova morte misteriosa: è l’esule russo Nikolai Glushkov

Mentre infuoca la polemica con la Russia per l’avvelenamento di Sergei Skripal, il governo inglese dispone accertamenti su 14 decessi sospetti per capire se possa trattarsi di omicidi commissionati dai servizi segreti del Cremlino. E a Londra viene ritrovato morto l’esule russo Nikolai Glushkov, 68 anni. Sulla morte di Berezovski disse: “Sono sicuro che sia stato strangolato”
A cura di Biagio Chiariello
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Mentre il caso del tentato avvelenamento dell’ex spia russa Serghei Skripal e di sua figlia Yulia assume sempre più i contorni di un intrigo internazionale che rischia di portare ad una importante crisi diplomatica, la Gran Bretagna riapre le indagini su una serie di decessi di persone russe o legate alla Russia verificatesi negli ultimi anni nel Regno Unito. Si tratta di 14 casi sulle cui circostanze sono stati in passato sollevati dubbi. E proprio nelle stesse ore a Londra è stato trovato senza vita un esiliato russo amico intimo del defunto oligarca Boris Berezovsky. Il cadavere di Nikolai Glushkov è stato scoperto dalla famiglia e dagli amici nella notte di lunedì sera. Aveva 68 anni e la causa della morte non è ancora chiara. Sulla vicenda indaga precauzionalmente l’antiterrorismo britannico.

I sospetti di Glushkov sulla morte di Berezovsky

Ufficialmente quello di Berezovsky fu suicidio, ma secondo quanto raccontato allora da Glushkov, ex vice direttore di Aeroflot, la moglie dell'oligarca aveva visto, accanto al corpo dell'uomo, una sciarpa. Glushkov ritenne che Berezovsky. prima eminenza grigia del Cremlino e poi nemico giurato di Putin, fosse morto per strangolamento. “Ho informazioni abbastanza diverse da ciò che viene pubblicato dai media – raccontò in una intervista al Guardian – E sono sicuro che Boris sia stato ucciso, probabilmente strangolato”. Quello del suo amico non è l’unico caso sospetto sul quale Glushkov si era espresso negli scorsi anni: “Sono troppe le morti di emigrati russi in Inghilterra”, aveva detto riferendosi al caso Litvinenko, a sua volta amico di Berezovski, ex ufficiale del Kgb pure esule in Gran Bretagna, ucciso nel 2006 da un presunto avvelenamento col polonio.

Riaperto anche il dossier sull'anti-Putin

Berezovsky è stato considerato uno dei principali artefici della rielezione di Boris Eltsin alla presidenza nel 1996, guadagnandosi poi la nomea di “eminenza grigia del Cremlino”. Divenuto deputato e vice-consigliere per la sicurezza nazionale, fu indicato anche tra i grandi sponsor della transizione fra Eltsin e l'ex capo dei servizi segreti Vladimir Putin nel 2000, salvo poi entrare quasi subito in conflitto con il nuovo presidente. Trasformatosi in oppositore del Cremlino, e in voce di denuncia del "neo-autoritarismo putiniano", si autoesiliò a Londra da dove cominciò a finanziare l'opposizione. Noti in particolare i suoi legami all'interno del fronte anti-Putin proprio con Aleksandr Litvinenko.

Accertamenti su 14 casi di morti sospette

Tra i nuovi esami disposti dal governo sulle morti sospette c’è proprio quella di Berezovski. Sarà la polizia e i servizi segreti dell’MI5 a seguire le indagini, ha annunciato la ministra dell’Interno Amber Rudd. C’è da dire che solo due giorni fa, proprio Rudd, in Parlamento aveva respinto le pressioni nel riaprire questi casi liquidando i sospetti come “voci e congetture” e indicato la priorità d’indagare su “fatti concreti” come appunto il caso Skripal. Oggi la ministra ha corretto il tiro in una lettera inviata al commissione parlamentare Interno.

C'è sempre più tensione sul caso Skripal

Il ministero degli Esteri russo ha convocato l'ambasciatore britannico a Mosca, Laurie Bristow. L'ambasciata russa a Londra, dal canto suo, ha chiesto un'indagine congiunta sul caso Skripal. Intanto la Turchia ha fatto sapere che le relazioni con gli Usa "sono vicine al punto di rottura". Sulla vicenda interviene il presidente americano Donald Trump. "Il governo russo deve fornire risposte non ambigue su come questa arma chimica, prodotta in Russia, possa essere stata usata nel Regno Unito" ha detto il capo della Casa Bianca in una telefonata con May. Con un comunicato, Washington ha ribadito la propria disponibilità a fornire assistenza a Londra per le indagini.

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