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Dal McDonald’s alla laurea in ingegneria: Katya Echazarreta, prima donna messicana a volare nello spazio

Si chiama Katya Echazarreta, l’ingegnera 26enne volata nello spazio lo scorso 4 giugno, nella capsula ideata da Jeff Bezos per il turismo spaziale, diventando la prima donna messicana ad andare in orbita.
A cura di Chiara Ammendola
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Katya Echazarreta
Katya Echazarreta

“Per me è molto importante il legame che abbiamo con il cielo, le stelle, lo spazio, perché mi ha aiutato molto sapere che, anche se eravamo così lontani, almeno potevamo uscire e vedere la luna, vedere le stelle, e che stavamo vedendo qualcosa di molto simile”, è nata così la passione di Katya Echazarreta, per lo spazio. Sapere, quando era lontana dalla sua famiglia messicana, che c'era qualcosa che li univa, anche a distanza. E lo scorso 4 giugno quelle stelle le sono sembrate molto vicine quando, con il razzo New Shepard di Blue Origin ha viaggiato oltre i 100 km di altitudine, punta da cui si considera inizi lo spazio diventando la prima donna messicana a viaggiare nello spazio a anche una tra le più giovani.

Laureata in ingegneria elettronica, Katya Echazarreta, 26 anni, ha preso parte alla missione NS-21 di Blue Origin di Jeff Bezos, patron di Amazon, grazie al Citizen Astronaut Program, che permette ai cittadini comuni di andare nello spazio. “Tutti mi dicevano che era il sogno di una bambina, che non sarebbe successo, che era impossibile, che avrei dovuto concentrarmi su qualcosa di più ‘serio' – le parole di Echazarreta alla BBC – ma ora non ci saranno più scuse, perché è già successo, l’ho già fatto e molte altre donne come me possono farlo”.

Katya Echazarreta
Katya Echazarreta

Nata a Guadalajara in Messico, Katya è arrivata negli Stati Uniti a 7 anni, vivendo al confine tra Tijuana e San Diego dove poi si è stabilita con la sua famiglia. Ha trascorso 5 anni lontano dai genitori e da adolescente è rimasta sola con la madre e i suoi tre fratelli, dopo che il padre ha abbandonato la sua famiglia. A 18 anni, per aiutare la madre, ha iniziato a lavorare al McDonald’s, mentre intanto studiava sognando le stelle. “Abbiamo trascorso molti anni a San Diego. Ma è stato molto difficile per la mia famiglia essere così lontani e non poter vedere nonni, zii, cugini”, spiega la 26enne.

E così con sacrificio e tanto studio è riuscita ad ottenere una borsa di studio per la prestigiosa University of California di Los Angeles (UCLA) dove si è laureata in ingegneria elettronica. Poi il lavoro come stagista presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, dove le è stata offerta una posizione a tempo pieno. Un percorso costruito con fatica come spiega la 26enne: “Non avevamo soldi, non avevamo un posto dove vivere, ero la sola ad avere un lavoro. I miei genitori si erano appena separati. L’unica cosa che mi ha spinto ad andare avanti e a non mollare è stata la consapevolezza che l’Universo è così grande e noi siamo così piccoli”.

È nel 2019 che conosce l'organizzazione no-profit Space for Humanity (S4H) che si occupa della preparazione e della selezione di persone comuni da portare nello spazio. Un lungo percorso per Katya che è stata scelta tra 7.000 candidati ed è stata la prima persona a ottenere un biglietto per lo spazio. E così la preparazione e la partenza, avvenuta lo scorso 4 giugno, insieme ad altre cinque persone. Ma non si ferma qui, il prossimo obiettivo è un master in ingegneria alla Johns Hopkins University: “Vedere la Terra dall'esterno… mette davvero le cose in prospettiva. Tutto ciò che hai vissuto, tutti i tuoi problemi e tutti i tuoi ostacoli, e tutto ciò che a volte sembra la fine del mondo, è tutto lì. Sembra così grande per noi, eppure non lo è”.

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