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Crisi migranti, caos al confine tra Grecia e Turchia: gas e proiettili contro donne e bambini

Migliaia di profughi provenienti dalla Turchia sono stati bloccati con la forza dalla polizia greca alla frontiera tra i due Paesi. Sulle isole greche, dove i centri di accoglienza sono già al collasso, sono arrivate 600 persone in pochi giorni. A Lesbo alcuni residenti hanno cercato di impedire lo sbarco di un gommone e picchiato dei giornalisti. Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Iom) più di 13mila richiedenti asilo, tra cui molte donne e bambini, si trovano senza protezione lungo il confine turco in attesa di poter entrare in Grecia.
A cura di Mirko Bellis
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Al confine tra Turchia e Grecia gli agenti ellenici hanno usato gas lacrimogeni contro i profughi  (Gettyimages)
Al confine tra Turchia e Grecia gli agenti ellenici hanno usato gas lacrimogeni contro i profughi  (Gettyimages)

Migliaia di profughi provenienti dalla Turchia sono stati bloccati con la forza dalla polizia greca. Al posto di confine di Pazarkule (Kastanies, in Grecia), gli agenti di frontiera ellenici hanno impiegato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per fermare i richiedenti asilo che stanno cercando di entrare in Europa. Si sono registrati veri e propri momenti di panico tra i migranti, con bambini piccoli soffocati dai gas sparati dalle guardie di confine greche.

La notte del 27 febbraio scorso, dopo l’uccisione di 33 militari turchi ad Idlib in Siria, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato l'apertura dei confini con la Grecia e la Bulgaria alle decine di migliaia di migranti e profughi diretti in Europa. Già alle prime ore del 28 febbraio i primi gruppi di afghani, pakistani e siriani si stavano dirigendo a piedi verso la frontiera greca. Altri lo avrebbero fatto nelle ore seguenti a bordo di autobus provenienti da Istanbul e dalle altre città turche. La Turchia ospita più di 3,6 milioni di rifugiati siriani scappati dal loro Paese in guerra. Nel 2016, nel pieno della crisi migratoria, l'Unione Europea ha stretto un accordo con Erdogan: a cambio di 6 miliardi di euro, Ankara si è impegnata ad interrompere il flusso di profughi diretti in Europa.

A Lesbo i residenti cercano di impedire lo sbarco dei profughi

Anche sulle isole greche di Lesbo, Chios e Samos sono cominciate ad arrivare le prime imbarcazioni dei richiedenti asilo. Secondo la Ong Aegean Boat Report, negli ultimi due giorni sono almeno 600 le persone sbarcate sulle isole del Mar Egeo. A Lesbo, un gruppo di circa 50 residenti locali ha provato a bloccare l’approdo di un gommone con a bordo decine di profughi, tra cui donne e bambini. Alcuni giornalisti, tra cui una troupe tedesca, sono stati attaccati mentre si trovavano sul porto a documentare lo sbarco dei profughi. Alcuni reporter sono dovuti ricorrere alle cure mediche e la loro attrezzatura è stata gettata in acqua dai facinorosi. Solo l’arrivo della polizia greca ha permesso ai richiedenti asilo, gran parte dei quali afghani, di poter mettere piede sull’isola.

Alcuni profughi appena arrivati sull'isola di Lesbo, in Grecia (Liana Spyropoulou)
Alcuni profughi appena arrivati sull'isola di Lesbo, in Grecia (Liana Spyropoulou)

L’agenzia di notizie turca Anadolu riferisce inoltre che la guardia costiera greca ha respinto con la forza diversi gommoni di migranti diretti sulle isole del Mar Egeo. “Ciò che sta accadendo a Lesbo è scioccante – denuncia Aegean Boat Report – le imbarcazioni sono state respinte da residenti in collera. Hanno bloccato anche la strada per Moria. La stampa è stata attaccata e alcuni giornalisti sono finiti in ospedale. La polizia greca ha detto ai volontari di non recarsi nelle spiagge dove arrivano i profughi, altrimenti saranno arrestati. Le persone che riescono a sbarcare sull’isola sono lasciate in balia di sé stesse senza alcun tipo di aiuto. La situazione è completamente fuori controllo”. A Lesbo, nel centro di accoglienza di Moria, pensato per non più di 3.000 persone vivono oltre 19mila profughi. Lo scorso gennaio Medici senza Frontiere ha denunciato l’aumento preoccupante di tentativi di suicidio da parte dei minori ospiti nella struttura. E i nuovi arrivi non potranno che aggravare la già difficile situazione dei richiedenti asilo, in alcuni casi intrappolati da anni  sull’isola greca.

Nazioni Unite: "Oltre 13mila profughi ai confine tra Turchia e Grecia"

Migranti si riscaldano vicino al confine tra Turchia e Grecia (Gettyimages)
Migranti si riscaldano vicino al confine tra Turchia e Grecia (Gettyimages)

Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Iom), sono oltre 13.000 i richiedenti asilo ammassati lungo i 212 chilometri di confine tra Turchia e Grecia. Le maggiori concentrazioni si registrano nei valichi di a Pazarkule e Ipsala. “Il numero di migranti che si sta muovendo dal distretto di Edirne verso la frontiera è cresciuto durante tutto il giorno – scrive Lado Gvilava, capo missione della Iom in Turchia – arrivano in auto, taxi,  e autobus da Istanbul. La maggior parte sono uomini, ma ci sono anche molte famiglie con figli piccoli”. “[A Edirne] stiamo distribuendo pasti e altri beni essenziali– aggiunge Gvilala – ma siamo preoccupati perché le persone più vulnerabili sono esposte a temperature vicine allo zero e al vento molto forte”.

Atene avverte: "Non permetteremo a nessuno di entrare illegalmente in Grecia"

Un gruppo di richiedenti asilo al confine di Pazarkule in Turchia (Gettyimages)
Un gruppo di richiedenti asilo al confine di Pazarkule in Turchia (Gettyimages)

“Voglio essere molto chiaro – ha affermato il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis – non verrà tollerata alcuna entrata illegale in Grecia. Stiamo aumentando la sicurezza dei nostri confini”. Atene, inoltre, ha annunciato la sospensione per un mese delle richieste d’asilo  e ha invocato il paragrafo 3 dell'articolo 78 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che recita: “Qualora uno o più Stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati. Esso delibera previa consultazione del Parlamento europeo”. “I nostri confini sono quelli esterni dell’Europa – ha ribadito Mitsotakis – e noi li difenderemo”. “Chiunque tenti di entrare in Grecia illegalmente – ha avvertito – sarà rimandato indietro”.

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