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Covid, il caso di Israele: picco di contagi nei bimbi tra 6 e 9 anni, cosa sta succedendo

Sale l’allarme in Israele dove si sta verificando un fenomeno preoccupante: aumentano notevolmente i casi di Covid-19 tra bambini e adolescenti, con un picco tra i 6 e i 9 anni. Nonostante il Paese del Medio Oriente stia procedendo nella campagna di vaccinazione, con circa l’80% della popolazione sopra i 60 anni già vaccinata…
A cura di Biagio Chiariello
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Sale l'allarme in Israele per il forte aumento del numero di bambini, specialmente tra i 6 e i 9 anni, contagiati dal Coronavirus in una proporzione che non si era vista nelle precedenti ondate, come ha detto al Jerusalem Post il ministro della Salute, Yuli Edelstein. Nel Paese mediorientale le scuole sono peraltro sono ancora chiuse ed è probabile che la situazione resti tale ancora per giorni, nonostante il governo abbia pensato di allentare il blocco già da domenica prossima."Abbiamo ricevuto una lettera dall’Associazione israeliana di pediatria in cui si dice che sono molto preoccupati per il tasso di malattia negli studenti più giovani", ha dichiarato ancora Edelstein.

Israele, più bimbi contagiati a "causa" del vaccino

Nella seconda ondata la percentuale era stata del 29%, ora siamo arrivati al 40% dei casi, con il picco maggiore nella fascia di età compresa tra 6 e 9 anni. Le spiegazioni principali a questo fenomeno sono due e probabilmente associate. La prima è legata ai vaccini: l'alta percentuale potrebbe essere falsata, dato che in Israele la quota di popolazione sottoposta a vaccinazione con almeno una dose è del 57%, circa l’80% della popolazione di oltre 60 anni. Ciò a portato Israele a vedere un calo dell’età media delle persone contagiate.

Con la variante inglese bambini più colpiti?

L'altra spiegazione riguarda la prevalenza nel Paese della variante inglese, più contagiosa almeno del 50%, come ha spiegato l'immunologa dell'università di Padova Antonella Viola. "Tra le spiegazioni che stanno circolando – spiega – c'è quella della diffusione sul territorio della nuova variante inglese che, essendo più trasmissibile, potrebbe colpire di più anche i bambini che, finora, erano stati invece risparmiati". La situazione in Israele sembra confermare i timori di Gianni Rezza: "Le varianti hanno maggiore trasmissibilità, quindi dobbiamo fare presto a vaccinare. È una corsa contro il tempo cercando di coprire la popolazione rispetto sia al virus che circolando accumulano mutazioni e possono ridurre efficacia del vaccino", ha detto l'epidemiologo alla conferenza stampa al ministero della Salute.

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