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Cos’è successo a Colonia, tra strumentalizzazioni e “caccia allo straniero”

Dei fatti della notte di Capodanno si sa ancora poco, e mentre su web e giornali girano strumentalizzazioni e ricostruzioni false, in Germania ronde razziste hanno picchiato alcuni immigrati.
A cura di Claudia Torrisi
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C'è un video ripreso da diversi siti italiani e persino dal Tg di La7 in cui si vede una donna bionda circondata da decine di uomini che la bloccano e la molestano. Nel servizio del telegiornale viene presentato come un filmato che "mostra chiaramente quello che è successo a Colonia", probabilmente "uno dei 516 casi di violenza della notte di Capodanno". Il video, però, non risale affatto alla notte di Capodanno nella città tedesca. È stato girato nel 2012 a piazza Tahrir, in Egitto. La protagonista è una giornalista olandese che, una volta accortasi che il filmato aveva iniziato a circolare spacciato come immagini della notte di Colonia, ha deciso di fare chiarezza su Facebook. Nonostante questo, il video continua a rimanere sulle pagine di diverse testate con titoli come "Colonia, il video choc dell'arabo".

Questo episodio è probabilmente emblematico di come si stiano susseguendo le notizie su quanto è successo la notte di Capodanno a Colonia. Fatti su cui, tra l'altro, a distanza di quasi due settimane non esiste ancora totale chiarezza. Quel che è certo, invece, è la linea che hanno seguito la stampa e la politica specialmente in Italia nella ricostruzione dei fatti: partendo dall'assunto "stuprano le nostre donne", sono state deformate e sistemate a proprio piacimento anche le notizie più o meno ufficiali arrivate dalla Germania.

Cosa sappiamo della notte di Capodanno in Germania

I fatti sono questi: la notte fra il 31 dicembre e l'1 gennaio decine di donne vengono molestate e aggredite sessualmente vicino alla stazione di Colonia da un gruppo di uomini. La storia ha assunto toni via via più gravi man mano che, nel giro di qualche giorno, la donne si sono presentate alla polizia per sporgere denuncia (oggi arrivate a più di 500). Poco da dire: una storia davvero brutta e senza giustificazione. Per questo forse la strumentalizzazione appare più odiosa.

Sin dai primi momenti in cui è iniziata a circolare la voce delle violenze della notte di Capodanno, la stampa italiana ha parlato praticamente subito di "bande di immigrati". Come ha fatto notare Next, queste parole apparivano per lo più solo nei titoli: nel corpo dei pezzi si parlava solo di persone all'apparenza di origine "araba o nordafricana" (il che non significa per nulla immigrato). Del resto i testi riprendevano ciò che avevano scritto anche media internazionali, come la BBC, che però si è ben guardata dal titolare sui colpevoli. Operazione a cui ha pensato, invece, qualche giornalista nostrano.

Tra l'altro, si è parlato subito della circostanza spaventosa di una banda composta da "mille immigrati". Il numero è in realtà venuto fuori da alcune dichiarazioni del capo della polizia di Colonia, Wolfgang Albers, che allo Spiegel Online ha raccontato di "piccoli gruppi di uomini che ripetutamente fuoriuscivano da una folla di circa mille ragazzi, circondando donne, molestandole e derubandole".

Nel marasma generale in cui sono finite le forze dell'ordine di Colonia – il capo della polizia, Wolfgang Albers, ha deciso di lasciare l'incarico dopo le forti pressioni ricevute – sono arrivati i primi fermi. La polizia federale e quella di Colonia stanno conducendo due indagini separate sugli episodi della notte del 31 dicembre. La polizia federale ha comunicato di aver identificato 31 persone e che 18 di loro sono richiedenti asilo, ma nessuno è al momento accusato formalmente di violenze sessuali. I sospettati sono stati interrogati e poi rilasciati. Si tratta di algerini, marocchini, tedeschi e uno statunitense. La polizia locale, invece, sta indagando su 19 sospetti, nessuno dei quali sarebbe tedesco. Bild ha pubblicato integralmente il rapporto della polizia sulle aggressioni e le violenze di quella notte. Tra le vittime degli assalti ci sarebbero anche uomini, alcuni in piazza da soli, altri presi di mira mentre accompagnavano amiche o fidanzate. La polizia tedesca è sotto accusa non solo per non aver compreso subito quanto stava avvenendo e per non essere intervenuta, ma anche perché la mattina dell'1 gennaio con un tweet ha annunciato ufficialmente che tutto si era svolto pacificamente e senza incidenti. Permangono, comunque, molti dubbi e zone d'ombra. Il sindaco di Colonia Henriette Reker ha chiesto di non "collegare un gruppo apparentemente proveniente dal Nord-Africa ai rifugiati".

Nonostante la cautela mostrata dalla maggior parte della stampa tedesca nell'affrontare l'episodio, quella italiana, invece, non ha avuto dubbi. Su VICE Italia, Mattia Salvia ha fatto una carrellata dell'atteggiamento dei giornali nostrani sui fatti di Colonia. Ad esempio per quanto riguarda la versione della "premeditazione dell'attacco", ipotesi che ha titolato diverse prime pagine:

Per sostenere la versione della premeditazione, La Stampa ha riportato, presentandola come verità assoluta, un'affermazione dai toni ipotetici del Ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas, il quale avrebbe detto che "deve esserci dietro qualche forma di organizzazione. Nessuno può venirmi a raccontare che non sia stato preparato o concordato." Dal canto suo, Repubblica ha scritto che "governo federale e BKA [la polizia federale tedesca] non smentiscono e di fatto confermano" (corsivo mio) questa versione—il che a quanto pare è abbastanza per giustificare questo titolo in prima pagina: Colonia, attacco pianificato: "Molestate la donna bianca"

Allo stesso modo il Corriere della Sera

ha riportato come un fatto accertato un'aggressione di massa avvenuta in una discoteca di Bielefeld in cui "500 uomini avrebbero forzato l'ingresso in una discoteca, l'Elephant Club, e avrebbero molestato molte donne." Peccato che la notizia sia già stata smentita dal portavoce della polizia della città, che ha detto che i fatti di Bielefeld "non c'entrano niente" con quelli di Colonia—in realtà, infatti, in questo caso si trattava solo di circa 150 persone rimaste fuori da una discoteca strapiena, che hanno cercato di entrare lo stesso e sono state respinte con la forza dai buttafuori.

Oltre al video girato in Egitto spacciato per immagini di Colonia, c'è – almeno – un altro falso riferibile alla questione. Ieri sulla prima pagina del Giornale campeggiava una foto di un uomo che sputa addosso a una donna. "Vergogna-un’immagine della notte di violenza di Colonia", c'è scritto nella didascalia. In realtà la foto è stata scattata a Vienna, il 21 gennaio 2014 durante una manifestazione organizzata da un partito di estrema destra.

Falsi a parte, per dare un saggio della narrazione prevalente sul brutto episodio di Colonia, è impossibile non citare l'editoriale del neo direttore della Stampa Maurizio Molinari, "Da dove viene il branco di Colonia", secondo cui "l'assalto di gruppo alle donne di Colonia è un atto tribale che si origina dall'implosione degli stati arabi in Nordafrica e Medio Oriente. Il domino di disintegrazione di queste nazioni fa riemergere tribù e clan come elementi di aggregazione, esaltando forme primordiali di violenza". Com'è facile immaginare, infine, diverse forze politiche non hanno taciuto sugli episodi di Capodanno, trovando modo di tirare acqua al proprio mulino. Si tratta ovviamente dei soliti noti, tra cui Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Mentre, come riporta il Manifesto, sul sito del principale settimanale tedesco Der Spiegel "in coda a tutti gli articoli sui fatti della notte di San Silvestro a Colonia" sono state chiuse le discussioni dei lettori a causa di "tanti messaggi inappropriati, offensivi e incriminabili da rendere del tutto impossibile una corretta moderazione della discussione", diversi giornali tedeschi sono stati accusati di aver pubblicato copertine razziste, raffiguranti donne bianche e uomini neri.

Le conseguenze di tutto questo – e non solo – iniziano ad arrivare presto. In Germania, dove sembra diventare sempre più concreta una stretta sui rifugiati, dopo le manifestazioni anti-immigrati di Pegida di domenica è partita una vera "caccia all'immigrato". Due giorni fa a Colonia, poco dopo le sei e mezza di pomeriggio, una ventina di uomini ha circondato sei pachistani picchiandoli a sangue. Altri cinque, poco dopo, hanno aggredito un siriano, mandandolo in ospedale. Il sospetto della polizia è che queste aggressioni siano collegate e concordate, che i picchiatori si siano messi d'accordo prima su Facebook. Una specie di ronda organizzata sui social network. Lunedì sera, invece, a Lipsia sono state arrestate 211 persone che avevano partecipato a una manifestazione anti immigrazione contro le violenze di Capodanno, durante la quale erano stati danneggiati negozi e veicoli nel quartiere di Connewitz.

Mentre ancora realisticamente si riesce a sapere davvero poco dei fatti e delle responsabilità di ciò che è successo a Colonia, la lettura "stuprano le nostre donne" si fa largo più o meno esplicitamente. Chi prova a opporsi a questo tipo di narrazione viene accusato di mancanza di rispetto verso chi ha subito la violenza. Quando la mancanza di rispetto maggiore è forse l'assenza di cautela, in un clima che assume sempre più i toni di una ubriacatura generale.

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