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La storia dei 4 fratellini dispersi nella foresta amazzonica dopo un incidente aereo

I quattro piccoli viaggiavano con la mamma e due piloti (tutti e tre deceduti) sul Cessna C206 precipitato lo scorso 1 maggio in Colombia, nell’area del Parque La Paya, non lontano da confine con l’Ecuador. Fuggivano dalle violenze dei narcotrafficanti ed erano diretti a Bogotà. Le forze militari colombiane hanno lanciati 100 kit di sopravvivenza nella speranza di trovarli ancora vivi.
A cura di Biagio Chiariello
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Il 1 maggio scorso un aereo Cessna C206 su cui viaggiavano una donna, i suoi quattro figli e i due piloti, è precipitato in una zona boscosa del municipio di Solano, nel dipartimento di Caquetà, in Colombia.

I cadaveri dei tre adulti Hernando Murcia Morales (il pilota), Herman Mendoza Hernandez (il copilota) e la 33enne Magdalena Mucutuy Valencia, sono stati rinvenuti. I soccorritori però ritengono che i bambini 13, 9 e 4 anni e un neonato di 11 mesi, siano incredibilmente sopravvissuti.

Per questo motivo le forze armate colombiane hanno lanciato più di 100 kit di sopravvivenza (contenenti, tra l'altro, acqua e cibo), nella regione amazzonica: l'obiettivo è aiutare i piccoli.

"Ogni kit contiene acqua, siero orale, biscotti, panini, farina, gel energetici e accendi-fuoco”, si legge in un comunicato. La nota aggiunge che la ricerca dei minori continua con “quasi 150 agenti delle forze speciali, cani addestrati alla ricerca e rintracciamento, indigeni della regione e il padre dei piccoli”.

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Nel frattempo i media locali hanno provato a ricostruire la storia della sfortunata Magdalena e dei suoi quattro bambini. Pare che la famiglia stesse cercando di raggiungere il padre fuggito un mese e mezzo fa dal villaggio in cui vivevano, nei dintorni di Puerto Sàbalo. Fuggivano dalle violenze dei narcotrafficanti ed erano diretti a Bogotà, dove l'uomo avrebbe trovato un lavoro.

Magdalena Mucutuy Valencia
Magdalena Mucutuy Valencia

L’aereo è stato ritrovato nella zona di Solano, dipartimento di Caquetà, nell’area del Parque La Paya, a non grande distanza dal confine con l’Ecuador. Le ricerche dei possibili piccoli sopravvissuti sono portate avanti via terra e via aria, con elicotteri. Nella giungla i membri delle forze speciali si muovono a piedi con amplificatori vocali di messaggi, anche di famigliari ed in lingua indigena, e segnalatori acustici.

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