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Chi è Ahlam Albashir, la presunta attentatrice di Istanbul legata al Pkk

Sarebbe Ahlam Albashir la donna accusata di essere l’esecutrice materiale dell’attentato a Istiklal Caddesi, a Istanbul, che ha causato la morte di 6 persone. Albashir sarebbe legata al Pkk e avrebbe confessato di essere arrivata in Turchia dalla Siria.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ahlam Albashir, da Twitter
Ahlam Albashir, da Twitter

Si chiama Ahlam Albashir e ha origini siriane la donna accusata di aver azionato la bomba nella Istiklal Caddesi, a Istanbul. Secondo le autorità che stanno ancora visionando le riprese di più di 1.200 telecamere di videosorveglianza della zona, la donna avrebbe abbandonato lo zaino contenente dell'esplosivo su una panchina per poi allontanarsi. Nell'attentato sono morte 6 persone e altre 81 sono rimaste ferite.

La presunta attentatrice avrebbe confessato durante l'interrogatorio con le forze dell'ordine di essere legata al Pkk e di essere arrivata in Turchia dalla Siria. Dopo l'attacco aveva programmato una fuga in Grecia, ma è stata arresta nelle prime ore della mattina.

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Chi è Ahlam Albashir, presunta attentatrice

La presunta attentatrice è stata arrestata questa mattina insieme ad altre 46 persone, tutte accusate di aver preso parte all'attentato che nella giornata di ieri ha sconvolto la Turchia. Non è ancora chiara la dinamica dell'attentato: le autorità sono all'opera per capire se lo zaino contenesse dell'esplosivo o se avesse al suo interno una bomba azionata poi a distanza dalla stessa Albashir.

Secondo quanto riferito dal governo turco, Ahlam Albashir avrebbe confessato durante l'interrogatorio con le forze dell'ordine di essere legata al Pkk, il partito dei lavoratori curdo, e di essere entrata in Turchia illegalmente dalla Siria. Dopo l'attacco aveva programmato la sua fuga in Grecia, ma è stata fermata dalle autorità prima di riuscire a lasciare il Paese. Albashir avrebbe dichiarato di essere stata addestrata dal partito curdo e di aver agito su ordini dati da Kobane, nel nord della Siria.

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L'arresto e le violenze

In un video diffuso online dai media turchi, si vedono le forze dell'ordine fare irruzione nell'abitazione della presunta attentatrice nelle prime ore di questa mattina. Gli agenti hanno gettato la donna a terra e le hanno messo le manette per farla salire sull'auto della polizia. In alcuni fotogrammi diffusi poi online è possibile vedere diversi lividi sul volto della donna. Albashir appare provata anche nelle foto segnaletiche scattate subito dopo la cattura.

un fotogramma delle telecamere di videosorveglianza
un fotogramma delle telecamere di videosorveglianza

Le accuse di Ankara all'Occidente

Fin dalle prime ore dopo l'attentato, la Turchia ha puntato il dito contro il Pkk e contro l'Unità di Protezione Popolare YPG, accusando anche l'Occidente di aver fornito "armi e addestramenti militari a due organizzazioni terroristiche". Ankara ha fatto riferimento soprattutto agli Stati Uniti, arrivando a disprezzarne le condoglianze. "Penso che le condoglianze dell'America siano come l'assassino che arriva per primo sul luogo del delitto" ha affermato il ministro dell'Interno Suleyman Soylu.

Il Pkk nega responsabilità dell'attentato

Dopo le accuse delle autorità turche, i curdi del Pkk hanno respinto le accuse riguardanti l'attentato. L'organizzazione nega il suo coinvolgimento nell'esplosione di ieri a Istanbul. "Porgiamo le nostre condoglianze ai parenti delle vittime – fanno sapere in una dichiarazione rilasciata in inglese a ANFNEWS – e auguriamo una pronta guarigione ai feriti. Non abbiamo nulla a che fare con quanto successo a Istiklal Caddesi, è risaputo dall'opinione pubblica che non prenderemmo mai di mira i civili. Siamo un movimento che conduce una lotta retta e legittima per la libertà. Prendere di mira la popolazione è fuori discussione".

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