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Caso Khashoggi, è stato arrestato uno dei sospettati per l’omicidio: è un’ex guardia reale saudita

È stato arrestato a Parigi uno degli uomini sospettati di essere coinvolti nell’omicidio di Jamal Khashoggi. Si chiama Khaled Aedh al Otaibi, 33 anni, ed è una ex guardia reale dell’Arabia saudita.
A cura di Annalisa Girardi
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Uno degli uomini sospettati di essere coinvolti nell'omicidio di Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente saudita ucciso nel consolato a Istanbul nel 2018, è stato arrestato a Parigi. Si chiama Khaled Aedh al Otaibi, 33 anni, ed è una ex guardia reale dell'Arabia saudita. Secondo quanto riportano i media francesi è stato arrestato all'aeroporto Charles de Gaulle mentre si stava imbarcando con un passaporto a suo nome su un volo in partenza per Riad. Era ricercato dall'Interpol, insieme ad altri funzionari sauditi.

L'omicidio di Jamal Khashoggi

Khashoggi venne ucciso il 2 ottobre 2018 all'interno del consolato saudita a Istanbul, in Turchia. Un anno prima aveva lasciato il suo Paese, in un esilio autoimposto, e aveva criticato duramente la famiglia reale saudita, in particolare il re Salman e il principe ereditario  Mohammad bin Salman. Quel giorno entrò nel consolato saudita di Istanbul per ottenere alcuni documenti per il suo matrimonio, ma non ne uscì mai più. Alcuni funzionari turchi rivelarono giorno più tardi che Khashoggi, in quel momento considerato persona scomparsa, fosse stato ucciso e fatto a pezzi all'interno del consolato. Riad affermò invece che Khashoggi avesse lasciato l'edificio attraverso un ingresso posteriore.

A seguito di una fortissima pressione internazionale, l'Arabia saudita ammise che lo scrittore dissidente fosse rimasto ucciso all'interno del consolato, ma negò che si trattasse di un omicidio premeditato. Spiegò invece che fosse rimasto ucciso in seguito a "una colluttazione" con dei funzionari con i quali avrebbe avuto un appuntamento e che volevano convincerlo a rientrare nel suo Paese.

Tesi su cui però sono rimasti diversi dubbi: la stessa Cia ha concluso che fosse lo stesso Mohammad bin Salman il mandante dell'omicidio e che si trattasse di un atto premeditato per liberarsi del dissidente. Alcuni mesi fa Reporters sans frontières (Rsf), l'ong che si batte per la difesa dei giornalisti e della libertà di stampa, ha presentato una denuncia penale in una corte tedesca accusando il principe saudita di crimini contro l'umanità per l'omicidio Khashoggi.

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