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Calci, pugni e detenuti trascinati con la forza: in un video le violenze nel carcere di Evin in Iran

Un gruppo di hacker ha fatto trapelare filmati girati dalle telecamere di sicurezza in cui si vedono guardie picchiare i detenuti e trascinarli sul pavimento. Le immagini catturate nella prigione di Evin, a Teheran. Le scuse dell’Organizzazione penitenziaria iraniana: “Colpevoli saranno trattati severamente”.
A cura di Susanna Picone
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Schiaffi, pugni, calci, un detenuto che crolla a terra e viene trascinato dalle guardie carcerarie. È quanto si vede in un video registrato nella prigione iraniana di Evin, a Teheran. Il filmato, di pochi minuti e verificato da Ap, è stato catturato dalle telecamere interne del carcere e diffuso da “un gruppo di hacker” a varie testate giornalistiche. In questo modo gli hacker avrebbero voluto evidenziare le condizioni della nota prigione iraniana. Il video è diventato ben presto virale suscitando proteste e indignazioni tanto da spingere il responsabile dell'Organizzazione penitenziaria iraniana, Mohammad Mehdi Hajj-Mohammadi, a scusarsi pubblicamente per le violenze nei confronti di detenuti.

"Mi assumo la responsabilità per un simile comportamento inaccettabile e prometto che simili incidenti non si ripeteranno e che i colpevoli saranno trattati severamente", è quanto ha detto il funzionario ammettendo dunque che quelle immagini sono reali. La prigione di Evin, che si trova nel nord della capitale iraniana e ospita molti prigionieri politici e cittadini con doppia nazionalità, da tempo è sotto accusa per presunti maltrattamenti e torture subiti dai detenuti. Queste immagini recentemente diffuse confermerebbero tutte le segnalazioni degli anni scorsi e, come scrive la Bbc, secondo alcuni ex prigionieri politici non sarebbero nulla in confronto a quanto accaduto nel carcere durante la loro detenzione.

I casi delle morti in carcere dell'attivista ambientalista Kavous Seyed Emami e dell'attivista politica Sina Ghanbari, secondo le autorità dei suicidi, avevano spinto il Parlamento a chiedere una riforma dell'istituto penitenziario che ha contribuito all'installazione di telecamere a circuito chiuso.

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