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Bufera sul Vaticano: il cardinale Pell incriminato per abusi sessuali su minori

Il prefetto degli Affari economici della Santa Sede era sotto inchiesta in Australia per fatti risalenti agli anni ’70: “Accuse infamanti, mi difenderò strenuamente”
A cura di Antonio Palma
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Nuova bufera sul Vaticano, il più alto prelato cattolico australiano, il Cardinale George Pell, è stato incriminato in Australia per abusi sessuali su minori e altri gravi reati sessuali. La notizia, anticipata dai media locali e poi confermata dalla polizia, rischia di mettere nuovamente in seria difficoltà la Santa Sede visto che si tratta di un altissimo funzionario, prefetto degli Affari economici del Vaticano, di fatto ministro delle Finanze del Vaticano. Pel infatti è il più alto rappresentante vaticano mai coinvolto in una inchiesta sulla pedofilia nella chiesa cattolica

I fatti contestati a Pell, già arcivescovo di Melbourne e poi di Sydney, risalirebbero agli anni '70 quando il cardinale era un semplice parroco della cittadina di Ballarat, sua città natale. Il cardinale in realtà era già da tempo nel mirino degli inquirenti australiani che lo hanno interrogato e ascoltato più volte, sia in teleconferenza dall'Australia sia recandosi direttamente a Roma per un incontro faccia a faccia. Il cardinale però era stato chiamato spesso in causa non per fatti direttamente a lui attribuiti ma per aver coperto reati commessi da sacerdoti delle sue diocesi. Poi nei mesi scorsi le accuse dirette in base ad alcune denunce.

Come rivela l'emittente australiana Abc, Pell in particolare sarebbe stato accusato direttamente di aver toccato in maniera inappropriata alcuni ragazzi in una piscina alla fine degli anni '70. Contro di lui ci sarebbero le denunce di uomini che parlano di abusi subiti nell'epoca in cui frequentavano la scuola primaria.  La notifica dell'incriminazione è stata consegnata dalla polizia dello stato australiano di Victoria questa mattina ai rappresentanti legali di Pell a Melbourne e presentate al tribunale locale competente, davanti a cui il prelato è chiamato a comparire il 18 luglio prossimo. Nel dare l’annuncio il vice commissario di polizia Shane Patton ha precisato che le accuse riguardano più querelanti, sottolineando che "il processo e le procedure seguite sono state le stesse di quelle applicate in una vasta gamma di reati sessuali storici”.

Pell, come fatto in passato per altre contestazioni, ha rigettato ogni addebito parlando di "accuse infamanti" contro di lui. In conferenza stampa, il Cardinale ha riaffermato la sua innocenza e ribadito che si renderà disponibile a rientrare in patria per difendersi. "Non ho mai commesso sevizie sessuali su minori", ha ribadito l'alto prelato dopo aver appreso la notizia, confermando la volontà di recarsi in Australia per l'udienza del tribunale, il prossimo 18 luglio, con l'intenzione "di difendere strenuamente la mia innocenza". "Rifiuto in blocco le accuse contro di me. Sono false. Aborrisco la sola idea degli abusi sessuali", ha detto il cardinal dal Vaticano, definendo la vicenda "un accanimento senza tregua".  "Dopo mesi di annunci adesso sono contento perché potrò difendermi nei tribunali" ha spiegato Pell, annunciando che Papa Francesco gli ha concesso un periodo di aspettativa dando il via libera alla sua partenza per l'Australia. Per questo Pell da questo momento in poi non parteciperà a impegni pubblici né rilascerà altre dichiarazioni.

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