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Attentato di Tel Aviv, Israele: “Nessun proiettile rinvenuto sul corpo di Alessandro Parini”

Da Israele smentiscono le prime notizie che erano circolate sui risultati delle analisi post mortem sul corpo dell’avvocato italiano vittima dell’attentato di Tel Aviv. “Nessun proiettile è stato rinvenuto dalla tac sul corpo di Alessandro Parini” hanno spiegato infatti dall’Istituto di medicina legale.
A cura di Antonio Palma
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"Nessun proiettile è stato rinvenuto sul corpo di Alessandro Parini", così da Israele smentiscono le prime notizie che erano circolate sui risultati delle analisi post mortem sul corpo dell'avvocato italiano vittima dell'attentato di Tel Aviv. "Nessun proiettile è stato rinvenuto dalla tac sul corpo di Alessandro Parini"  hanno spiegato infatti dall'Istituto di medicina legale a cui le autorità locali hanno chiesto di  effettuare gli esami sula salma del 35enne. L'Istituto ha confermato invece che ancora non è stata effettuata l'autopsia sul corpo del giovane italiano e che è incerto se sarà effettuata.

Le prime notizie, poi smentite, parlavano infatti di un proiettile alla gamba di Alessandro Parini. Lo aveva rivelato il Corriere della Sera precisando che le analisi avrebbero stabilito che il proiettile non sarebbe stato letale, a differenza di una evidente lacerazione alla testa causata dall'impatto dell'auto piombata sulla folla e che ha ferito anche altre due nostri connazionali in vacanza nel Paese come il 35enne romano.

A parlare di spari in quei concitati momenti erano stati anche gli amici di Parini e in parte anche i soccorritori intervenuti per primi sul posto. "Abbiamo sentito il rumore dell'auto che ci passava accanto, poi gli spari e ci siamo dispersi" avevano infatti rivelato gli amici della vittima subito dopo i fatti, raccontando di aver scoperto che Alessandro era rimasto a terra sanguinante solo dopo essere tornati indietro. Anche i paramedici che hanno tentato di rianimare Alessandro Parini sul lungomare di Tel Aviv in quei tragici momenti avevano parlato di ferite da arma da fuoco.

A sparare probabilmente sono stati gli agenti di polizia visto che, per ammissione delle stesse autorità israeliane, l'uomo al volante dell'auto piombata a grande velocità sui turisti non era armato. Secondo quanto dichiarato dagli agenti intervenuti, l'uomo al volante della Kia, Yusef Abu Jaber, dopo l'impatto avrebbe cercato di strisciare fuori dall’auto e sarebbe stato colpito. I poliziotti hanno detto di averlo "neutralizzato" dopo averlo visto avvicinare la mano verso un’arma, che poi si rivelerà un fucile automatico giocattolo.

La polizia israeliana e lo Shin Bet sopn sicuri del gesto volontario dell'automobilista e stanno trattando il caso "come un attacco terroristico"  ma i familiari di Abu Jaber hanno invece parlato di "un colpo di sonno". In un video si vede auto ad alta velocità che sterza improvvisamente e scavalcato il marciapiede e la pista ciclabile travolgendo i pedoni.

Come ha spiegato il ministro degli esteri Antonio Tajani, la Salma di Parisi potrebbe essere sottoposta ad altri esami e  "dovrebbe rientrare nei prossimi giorni in Italia". I giovani amici di Parini sono intanto rientrati in serata con un volo diretto a Roma, accompagnati all'aeroporto Ben Gurion da funzionari dell'ambasciata italiana. L'unico rimasto in Israele è il nostro connazionale ferito in maniera più seria e che resta ancora ricoverato.

Gli amici di Alessandro Parini saranno ascoltati in Procura a Roma

Gli amici di Alessandro Parini saranno ascoltati nei prossimi giorni dalla procura di Roma che ieri ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio, attentato con finalità di terrorismo e lesioni. I pm del gruppo antiterrorismo della Capitale, coordinati dall'aggiunto Michele Prestipino, hanno ricevuto una prima informativa da Ros e Digos e ma hanno intenzione di ascoltare il gruppo degli amici di Parini scampati all'attentato è rientrato ieri in serata a Roma con un volo diretto da Tel Aviv.

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