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Anche la Russia ha la sua “super-arma”: il Padre di tutte le bombe

Sappiamo che recentemente gli Stati Uniti hanno sganciato in Afghanistan la bomba non nucleare più potente al Mondo, ma è davvero così? Dal 2007 i Russi starebbero testando una loro versione, quattro volte più potente.
A cura di Juanne Pili
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Recentemente gli Stati Uniti hanno sganciato una bomba di circa dieci tonnellate in Afghanistan su ordine di Trump. Si tratta della Moab, sigla che sta per "Madre di tutte le bombe". E' la più potente arma non nucleare al mondo? Non esattamente. Anche i russi hanno un ordigno del genere. Fin da quando Washington annunciò i primi test, Mosca si è affrettata ad annunciare la costruzione del suo "consorte", il Foab, "Padre di tutte le bombe". Secondo i militari Russi dovrebbe essere un ordigno contenente ben 44 tonnellate di Tnt, ovvero "trinitrotoluene", meglio noto come tritolo. I primi test russi del settembre 2007 sono stati confermati da diverse fonti autorevoli, come Reuters e il Guardian.

Differenze tra Moab e Foab

In realtà quando in mezzo ci finiscono le questioni militari di confermato c'è sempre molto poco. Specialmente se le fonti dirette hanno buoni motivi per esaltare il proprio lato della barricata, ma i dati tecnici non mancano. Il bombardiere supersonico Tu-160 che sganciò allora il Foab è soprannominato dalla Nato "Blackjack", si tratta del velivolo militare più pesante mai costruito. Il rapporto di potenza rispetto alla Moab sarebbe di 4 a 1. Allora si parlava di farne uso come ultima ratio nel caso di un aggravarsi della crisi in Cecenia, che già dal 1999 aveva portato i generali russi a minacciare l'uso massiccio di bombardamenti nella regione. Anche per Putin dunque, le ragioni della costruzione dell'ordigno rimandano alla lotta mondiale contro il terrorismo. Ma è difficile non scorgere, anche nella scelta del nome, un modo per mostrare i muscoli da parte dei vecchi rivali.

Specifiche tecniche comparate

Cerchiamo di farci un'idea sulla base delle specifiche tecniche a nostra disposizione, facendo presente che il peso dell'ordigno non va confuso col carico di tritolo che può contenere, inoltre esistono anche altri valori di cui tener conto. Sempre che sia da ritenersi davvero rilevante sapere chi ha la bomba più distruttiva. Il problema principale sarà infatti in che modo i governi dei due paesi avranno intenzione di giocarsi questa carta in futuro.

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Le fonti sono ancora parziali. I dati in tabella sono puramente indicativi e come fonte hanno principalmente quel che si può ricavare dalle dichiarazioni fatte nel 2007 dal generale russo Alexander Rukshin, allora vicecapo dello staff delle forze armate. Il sistema di guida utilizzato dai militari russi non è il Gps, bensì il Glonass: (Global navigation satellite system), si appoggia anch'esso a dei satelliti ed è in uso da parte dell'Agenzia russa per la difesa aerospaziale. Non ha nulla da invidiare al Gps, controllato dagli Americani. Ed effettivamente con una capacità di 44 tonnellate ha un raggio d'azione doppio rispetto a quello della Moab. Si tratta in entrambi i casi di bombe termobariche (bombe a vuoto), ovvero degli ordigni che utilizzano l'ossigeno che incamerano durante la caduta per generare una intensa esplosione ad alta temperatura. In pratica si tratta di bombe a "combustibile-aria".

Il Foab non è stato mai utilizzato in combattimento, lo stesso non si può più dire della Moab, mentre la Corea del Nord continua coi suoi test atomici e non sembra aver preso con filosofia l'impiego della super-bomba americana. Si è sempre ritenuto che il deterrente nucleare avrebbe scoraggiato e limitato i focolai di guerra convenzionale, per lo meno tra le grandi potenze. Ma il problema del nucleare non è tanto la potenza in sé quanto il pericolo, anche per chi ne fa uso, di subire i danni delle radiazioni, visto che le correnti atmosferiche non sembrano avere preferenze geopolitiche e non sono ancora calcolabili con estrema certezza. Nulla vieta invece di costruire bombe di grande potenza prive di testate nucleari. E' troppo presto comunque per parlare di una nuova corsa agli armamenti.

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