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Amina Milo libera dopo 3 mesi di carcere ad Astana: “Dalla polizia pressioni psicologiche e fisiche”

“Sono stati giorni difficili, ma ho sempre pensato che sarei tornata libera. Voglio tornare a casa”: sono le prime parole di Amina Milo dopo la scarcerazione.
A cura di Giusy Dente
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Amina Milo Kalelkyzy
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Amina Milo Kalelkyzy finalmente è libera, dopo l'inferno vissuto in Kazakistan. A Repubblica ha raccontato la sua drammatica esperienza: 113 giorni di detenzione. La 18enne è stata arrestata lo scorso luglio con l'accusa di traffico internazionale di stupefacenti e ha trascorso tre mesi in carcere ad Astana, la capitale del Paese. Fondamentale per il suo rilascio è stato il lavoro diplomatico dell'ambasciata italiana, che si è mossa per la sua liberazione. La madre della ragazza ha da subito fatto appello al Ministro degli Esteri Antonio Tajani, convinta che a carico della figlia non ci fossero prove sufficienti a giustificarne l'arresto.

Proprio ieri, 2 novembre, è giunta la notizia della sua liberazione. La giovane non ha mai avuto dubbi, come ha raccontato nell'intervista: "Sono stati giorni molto duri e difficili, ma ho sempre pensato che prima o poi sarei tornata in libertà, anche se non è stato semplice. Adesso sto bene, finalmente. Voglio soltanto tornare a casa e godermi la libertà".

Ad oggi ancora non si spiega ciò che le è accaduto: "Tutta questa storia non l’ho capita e credo che non riuscirò a capirla mai. Quello che non potrò cancellare sono stati i giorni trascorsi chiusa in un appartamento e tutti questi mesi in carcere". È stato molto logorante: "L’esperienza dietro le sbarre mi ha sfiancato. Dovevo rispettare tante regole e se non lo facevo venivo sgridata. Nel complesso mi hanno comunque rispettato e trattato bene, ma ero sempre triste" ha ammesso.

Più dura si è rivelata l'esperienza di reclusione precedente, 16 giorni rinchiusa in un appartamento: "Dalla polizia ho ricevuto delle pressioni psicologiche e fisiche. Io cercavo di ribellarmi, ma non avevo alcuna possibilità di muovermi. Gli agenti continuavano a ripetermi che prima o poi sarei finita in carcere, così come poi effettivamente è stato".

Amina Milo Kalelkyzy
Amina Milo Kalelkyzy

Sa che c'è stato molto lavoro da parte delle istituzioni per lei: "Grazie al ministro Antonio Tajani e al governo. È merito loro e della diplomazia italiana se oggi possiamo gioire per la mia liberazione. Non posso, non voglio dimenticare tutte le persone, parlamentari della mia terra e cittadini, che ci sono state vicine in questi 113 giorni. Ma un grazie speciale mi sento di rivolgerlo alle nostre mediatrici che hanno fatto da collante tra il Salento, Roma e il Kazakistan. E voglio ringraziare anche la stampa, i giornali, le tv per quanto fatto. La mia felicità è merito di tutti". Adesso può tornare a sorridere, a godersi la vita, a fare programmi per il futuro.

Non vede l'ora di tornare in Italia, ma sa che non accadrà in tempi brevi: "Dobbiamo rimanere ad Astana in attesa di essere sentiti per il procedimento avviato contro i poliziotti. Mi manca la mia famiglia, il mio migliore amico. E mi manca tantissimo il mare". Con lei ci sono la madre Assemgul Sapenova e l’avvocato Albek Sekerov.

Le parole del ministro Antonio Tajani

Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ha commentato la liberazione di Amina Milo Kalelkyzy: "Mi sono appena collegato con la nostra ambasciata. Ho parlato per qualche minuto con Amina, la ragazza che è uscita scagionata dal carcere. Sarà lì ancora qualche giorno, era in Ambasciata con la mamma e presto ritornerà in Puglia, appena saranno sbrigate le pratiche".

La giovane è stata scagionata dalle accuse che le erano state mosse circa il traffico di droga: "Adesso è diventata, da accusata, parte lesa, quindi bisognerà accertare. Siamo molto lieti che si sia risolta positivamente questa vicenda che aveva interessato tanto la stampa e che aveva visto la mobilitazione fin dal primo minuto della nostra diplomazia. Mi sono interessato anche io personalmente della vicenda e sono lieto di averla potuta salutare. Ringrazio i nostri diplomatici per il lavoro che hanno fatto di assistenza a questa giovane connazionale arrestata, ma risultata completamente estranea alle accuse. Anzi, è diventata una vittima di pressione psicologica. Sono lieto che ne sia uscita con un'immagine pulita e trasparente".

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