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Emergenza rifiuti: Roma “Caput Monnezzae” [REPORTAGE]

Raccolta differenziata pressoché inesistente, con Malagrotta verso l’esaurimento. La Capitale, a partire da giugno, teme di sprofondare nell’emergenza “munnezza” più nera della sua storia. I cittadini di Riano e Corcolle, riuniti in sit-in al ministero dell’Ambiente, rischiano di pagarne le conseguenze: “Falde acquifere, centri abitati, reperti come Villa Adriana. E vogliono aprire una discarica qui?
A cura di Enrico Nocera
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Differenziata che non supera il 20 percento (per alcuni addirittura il 13); un’unica discarica, Malagrotta, che a giugno chiuderà i battenti; un sistema di raccolta e smaltimento rifiuti basato ancora sui conferimenti dell’indifferenziata in un unico sito. Quanto basta per far scoppiare una nuova emergenza rifiuti, dopo quella di Napoli, stavolta nel cuore della Capitale. Il rischio che Roma diventi "Caput Monnezzae", come recita uno degli striscioni esposti in piazza, è più che concreto: il commissariamento (con relativa dichiarazione dello stato di emergenza) dichiarato ormai otto mesi fa impone un’accelerazione dei tempi per cercare nuove discariche in cui conferire i rifiuti urbani. La zona individuata è quella che va da Riano a Corcolle, a Nord della Capitale, nei pressi di Tivoli. Ci troviamo, insomma, a 700 metri dalla famosa Villa Adriana, bene patrimonio dell’umanità secondo l’Unesco, appartenente all’imperatore capitolino e meta di migliaia di turisti ogni anno.

DA NAPOLI A ROMA – Ma l’archeologia non è solo l’unico “problema” individuato da chi, magari, crede che in questo Paese l’arte e la cultura contino ancora qualcosa. Le coordinate geografiche lasciano spazio a pochi dubbi: il sito individuato è a pochi chilometri dal centro abitato, nei pressi di una falda acquifera che serve migliaia di residenti, per non parlare delle innumerevoli zone dedicate ad agricoltura e allevamento. Storia vecchia, si dirà. Un copione visto e rivisto anche a Napoli, tra Chiaiano, Pianura, Giugliano e via, verso l’agro casertano. Per tale motivo, i manifestanti radunati al ministero dell’Ambiente, in occasione del tavolo convocato dal ministro Clini con il sindaco Alemanno, il presidente della Provincia Zingaretti, il presidente della Regione Polverini e il prefetto Pecoraro, propongono soluzioni differenti: differenziata porta a porta, riutilizzo e riduzione degli imballaggi per giungere all’ambizioso obiettivo della strategia “Rifiuti Zero”, introdotta in Italia da Paul Connett. Insomma: tutti d’accordo nell’affermare che Roma non può permettersi un’emergenza rifiuti. Il problema è nel trovare soluzioni adatte allo scopo.

AUMENTO TASSA SUI RIFIUTI? – Altra beffa che potrebbe abbattersi sui cittadini romani è l’aumento della tassa sui rifiuti, come ha sottolineato, nei giorni scorsi, la direttrice di Legambiente Lazio, Cristina Avenali: "A Roma, in questi anni, il sindaco Alemanno ha solo fatto danni nella gestione dei rifiuti, con continui aumenti della tariffa che i cittadini versano, fino a ben 630 milioni di euro, che potrebbero ancora aumentare di 20 milioni col prossimo bilancio, senza nessun passo avanti sulla differenziata – afferma Avenali – Il Comune non ha saputo scegliere un luogo adatto per il dopo Malagrotta e ha determinato questa situazione, nella quale ora il rischio è quello di continuare con il monopolio esistente, scegliendo di dare il via libera alla nuova buca di Monti dell'Ortaccio, accanto a Malagrotta".

L'INDAGINE DELLA PROCURA – Sull’individuazione dei siti post-Malagrotta si è mossa anche la procura di Roma, che ha aperto un’indagine per rispondere a due semplici domande: è stata rispettata la distanza limite dai centri abitati? Quale è lo stato del sottosuolo? Interrogativi cui proveranno i rispondere i carabinieri del Noe, incaricati di verificare le indicazioni provenienti dagli ingegneri deputati a sancire l’idoneità del sito fra Riano e Corcolle. I magistrati indagano per falso materiale e falso ideologico, per il momento imputati a ignoti.

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