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Ema, M5S: “Milano è stata beffata, ora ospiti l’Agenzia del lavoro e della cybersecurity”

Nella partita per l’Ema potrebbero esserci ancora degli spiragli per l’Italia. Il M5S sosterrà la petizione del sindaco Sala a Bruxelles. Pedicini (M5S): “Chiediamo all’Ue che Milano venga risarcita con l’assegnazione di altre due agenzie strategiche, quella del lavoro e quella della cybersecurity”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Milano è stata beffata a causa del sorteggio che il governo non aveva contestato. Ecco perché candidiamo Milano a sede delle agenzie del lavoro e della cybersecurity, se l'opzione Ema non dovesse andare in porto". Lo ha detto Piernicola Pedicini, europarlamentare del M5S, contattato da Fanpage.it.

E' stato un sorteggio a stabilire che l'Ema, per effetto della Brexit, dovrà essere spostata da Londra ad Amsterdam. Il metodo della monetina, per cui la città olandese, pur non avendo tutte le carte in regola, ha soffiato a Milano l'assegnazione della sede dell'agenzia, sarà abbandonato per procedure analoghe in futuro, e il Parlamento Europeo dovrà essere coinvolto nelle decisioni di assegnazione di altre agenzie e istituzioni dell'Ue. Ma questo non basta a risarcire l'ingiustizia subita dal capoluogo lombardo, che di fatto si ritrova senza nulla in mano. Per questo gli europarlamentari dei Cinquestelle stanno pensando ad altre misure di compensazione per i danni morali ed economici. Eleonora Evi, Piernicola Pedicini e Marco Valli hanno illustrato ieri un piano d'azione, e non hanno intenzione di cedere facilmente.

Amsterdam, al contrario di Milano, non è pronta, e non lo sarà nemmeno per la data ufficiale di Brexit, cioè il 30 marzo del 2019. Lo stesso direttore dell'Ema, Guido Rasi, aveva sollevato i primi dubbi sulla scelta della sede olandese, giudicandola una soluzione "non ottimale": di fatto l'edificio che dovrebbe ospitare la sede definitiva, il Vivaldi building, ancora non esiste. L'Olanda avrebbe insomma giocato sporco, violando il principio di immutabilità dell'offerta.

Ogni tre mesi Amsterdam dovrà presentare una relazione, in cui dovrà dimostrare l'avanzamento dei lavori. Se dovesse rivelarsi inadempiente e se dovessero essere riscontrati dei ritardi a quel punto sarà possibile chiedere la revoca dell'assegnazione, e di conseguenza rientrerebbe in gioco Milano, che nella gara è arrivata seconda. Il sindaco di Milano Beppe Sala (Pd), che è intervenuto alla conferenza stampa del M5S, considera la partita ancora aperta. Sala verrà ascoltato domani alla Commissione petizioni del Parlamento Europeo: "Noi dobbiamo chiedere in maniera ferma che ci sia grande attenzione sul rispetto del cronoprogramma da parte di Amsterdam e che i controlli dell'Ue non restino un passaggio formale. Oltre al fatto – ha ribadito il sindaco – che per le prossime agenzie si tenga conto del grande sforzo che Milano ha fatto". Lo scopo è anche quello di prendere tempo, in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia europea. Da quel 20 novembre, quando un bussolotto escluse Milano dalla corsa, insieme a Copenaghen e Bratislava, sono stati presentati infatti due ricorsi, uno da parte del governo italiano e un altro partito proprio dal Comune di Milano.

Pedicini, che ha seguito da vicino i lavori del trilogo tra Parlamento Commissione e Consiglio, ci spiega quali saranno i prossimi step e quali sono le ipotesi in campo.

Qual è il significato della petizione che il sindaco Sala presenterà a Bruxelles? 

La petizione è uno strumento che l'Unione europea mette a disposizione dei suoi cittadini. Giusto provarci, anche se il vero obiettivo politico è quello di fare giustizia. Milano ha subìto un torto. Tutti lo riconoscono. È giusto pensare a misure risarcitorie. Ecco perché il Movimento 5 Stelle sostiene gli sforzi di Sala e chiederà alla Commissione petizioni di inviare una lettera a Commissione, Consiglio e capi negoziatori del trilogo. Vogliamo prendere tempo in attesa della decisione della Corte di Giustizia.

Qual è l'obiettivo del ricorso del Comune di Milano? Che tempi ci sono?

I tempi della Corte sono indipendenti da quelli della politica e vanno rispettati. Il ricorso nasce dalla constatazione che Amsterdam è in grave ritardo nella realizzazione della sede definitiva e anche nell'approntamento di quella provvisoria. È sotto gli occhi di tutti. Noi parlamentari europei lo abbiamo visto durante il nostro sopralluogo. Con il ricorso si chiede che l'assegnazione venga ridiscussa.

Esiste concretamente la possibilità che la procedura di assegnazione venga riaperta?

E' molto difficile e tuttavia, se Amsterdam non rispetta i tempi stabiliti dal Parlamento europeo si dovrebbe riaprire l’ipotesi Milano per garantire la continuità operativa di Ema che è inderogabile. Aspettiamo di leggere la relazione trimestrale promessa e poi valuteremo il da farsi.

Quale sarebbe il piano B in caso di esito negativo?

Stiamo lottando in fase di trilogo per cambiare le regole di assegnazione delle agenzie. Milano è stata beffata a causa del sorteggio che il governo non aveva contestato. Non vogliamo far polemica a posteriori, ma le cose sarebbero andate in maniera diversa se ci fosse stata un'analisi attenta dei documenti presentati dalle città in gara. Vogliamo far premiare il merito. Ecco perché candidiamo Milano a sede delle agenzie del lavoro e della cybersecurity, se l'opzione Ema non dovesse andare in porto.

Con la nascita di un esecutivo giallo-verde cosa cambia a livello europeo per la questione Ema?

Non mi piace questa definizione. Con Luigi Di Maio nasce il primo governo dei cittadini. Faremo sentire la nostra voce e pesare il ruolo che l’Italia merita in Europa. Milano vanta un credito. Questo a Bruxelles lo riconoscono tutti.

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