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Elezioni politiche 2018

Elezioni politiche, Prodi e Veltroni chiedono a LeU di appoggiare Gori e Zingaretti

Da Prodi e Veltroni arriva l’appello all’unità sui nomi di Zingaretti e Gori per il 4 marzo. Il presidente del Senato Grasso: “Stesse a me avrei già deciso”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Prodi e Veltroni, i padri nobili del Pd, hanno lanciato un appello all'unità del Centrosinistra alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia per il prossimo 4 marzo. "Le forze del centrosinistra – ha detto Prodi dalle pagine de "La Stampa" e di "Repubblica" – recuperino il buon senso e si mettano insieme per le elezioni regionali e anche per quelle nazionali". Nel Lazio il centrosinistra governa dal 2013 proprio con Nicola Zingaretti e LeU potrebbe sostenerlo per il secondo mandato. In Lombardia invece il Pd candida Giorgio Gori: qui l'alleanza è più complicata.

"Sono preoccupato – ha spiegato – perché non vedo prevalere quello spirito di coalizione che è sempre indispensabile per vincere una competizione elettorale. Quello spirito è fondamentale per le elezioni regionali, ma lo è anche per il voto nazionale. Per un semplice motivo: è stata approvata una legge che prevede proprio le coalizioni". Per Prodi servirebbe "un rigurgito di buon senso in un mondo che sembra davvero aver perso tutto il buon senso".

È intervenuto anche Veltroni: "Sarebbe un vero e proprio delitto presentarsi divisi in due regioni fondamentali per il Paese". "È evidente a tutti – ha aggiunto – che le condizioni sono cambiate. È possibile un'inversione di tendenza e allora sarebbe doveroso che i partiti del centrosinistra, tutti i partiti, trovassero una unità contro le destre". 

Il Pd ha quindi offerto una sponda a tutte le forze di centrosinistra in Lombardia. "Spero battano un colpo utile tutte le energie del cambiamento" – così si è espresso anche il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina –"La destra sta giocando con arroganza una partita sulla testa dei lombardi senza rendersi conto che non si può trattare così la Lombardia. Possiamo vincere con Giorgio Gori e ogni forza si deve farsi carico di questa responsabilità all'unità".

"La porta per Liberi e Uguali è sempre aperta fino all'ultimo" ha ribadito il candidato del centrosinistra Giorgio Gori. "Per valori e programmi la pensiamo in larghissima parte allo stesso modo. Sarebbe un errore che scegliessero di correre da soli, aumenterebbe il rischio di lasciare altri cinque anni la Regione alla destra. Sono pronto a ragionare con Liberi e Uguali su ambiente, sanità e diritti e sono convinto che ci troveremo d'accordo facilmente". Ma in Lombardia il candidato non è ben visto, soprattutto dall'area ex Sel e da Mdp. Come ha riportato La Stampa, una fonte interna a Mdp avrebbe detto che Gori "rappresenta la destra del renzismo", e lo dimostrerebbero i suoi complimenti a Formigoni e il "sì"al referendum sull'autonomia di Maroni. Grasso sarebbe invece favorevole ad appoggiarlo: "Se stesse a me avrei già deciso", ha detto ad Agorà il presidente del Senato. E poi ha aggiunto all'Ansa: "Siamo un progetto politico plurale, è normale che ci siano posizioni diverse. Abbiamo concordato di ascoltare le indicazioni del territorio, domani ci saranno le assemblee sia in Lombardia che nel Lazio, poi prenderemo una decisione". Gli risponde Gori a Radio1: "Io lo interpreto in questo modo: se fosse per lui sarebbe un Sì. Io credo che se l'alleanza è possibile in Lazio allora lo è anche in Lombardia, dove da 23 anni governa il centro-destra". 

Ma ci sarebbe un ostacolo da considerare: Civati e Fratoianni sono tra quelli che vorrebbero correre da soli ovunque. Con Zingaretti, candidato nel Lazio, la questione sarebbe vicina a una soluzione, grazie anche alla funzione di regista di Vasco Errani. A patto però che sia stabilito il veto di correre insieme alla Lorenzin: "Non accetteremo di allearci con liste di centrodestra camuffate da civiche" dicono da Mdp.

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