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Opinioni

Elezioni anticipate? Non con il Movimento 5 Stelle al 12%

Un sondaggio realizzato per La7 mostra il clamoroso balzo in avanti del Movimento 5 Stelle che sarebbe salito al 12,2%, mentre calerebbe ancora il Popolo della Libertà e con il Partito Democratico giù di oltre un punto. La pietra tombale sull’ipotesi di elezioni anticipate?
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Mentre continuano ad arrivare i risultati delle elezioni amministrative, con i prevedibili successi di Marco Doria a Genova e di Leoluca Orlando a Palermo, a tenere banco è ovviamente lo "strano caso del Movimento 5 Stelle". Con l'elezione di Pizzarotti a Parma si chiude infatti il cerchio ed il Movimento nato e cresciuto all'ombra di Beppe Grillo diventa di colpo una realtà della politica italiana. Non che non lo fosse già prima, sia chiaro (e come vi avevamo raccontato in questi mesi, difficlmente etichettabile in maniera sbrigativa come "antipolitica"). E però il dato di Parma ha un valore che non può essere sottostimato e soprattutto si abbina alle ultime indicazione che arrivano da sondaggisti ed analisti politici.

Calano ancora Pd e Pdl, vola il M5S – In effetti, stando ad esempio alle rilevazioni di Masia per La7, l'ascesa del Movimento 5 Stelle appare inarrestabile. Se si votasse ora il movimento guidato da Beppe Grillo arriverebbe oltre il 12% dei consensi, un dato pazzesco se si considera che solo la scorsa settimana i sondaggisti non si sbilanciavano oltre l'8,5%. Contemporaneamente il Popolo della Libertà scivolerebbe al 20,3% e la Lega Nord crollerebbe sotto il 5%: dati impressionanti se confrontati rispettivamente con il 37,4% e l'8,3% delle elezioni politiche del 2008 (quelle che hanno investito i parlamentari in carica). In difficoltà anche il Partito Democratico, che si attesterebbe al 25,4%, nonché il Terzo Polo, con Unione di Centro all'8,2% (anche se in netta salita rispetto al 2008) e Futuro e Libertà sotto il 4%. Male anche Sinistra Ecologia e Libertà, mentre terrebbe l'Italia dei Valori.

La pietra tombale sulle elezioni anticipate? – Nelle scorse settimane non erano mancate le voci e le indiscrezioni a sostegno dell'ipotesi di elezioni anticipate in autunno. Del resto, con un esecutivo praticamente delegittimato e finora incapace di agire con efficacia finanche sui temi dell'economia e della riorganizzazione della spesa, con la manifesta impossibilità di procedere a quelle riforme istituzionali di cui il Paese sembra non poter più fare a meno, l'idea di ridare la parola agli elettori non sembrava una blasfemia (certo, farlo con questa legge elettorale…). Tuttavia, se già le perplessità sulla possibilità di andare al voto in autunno erano molte all'interno dei principali partiti "tradizionali", la tempesta che si sta abbattendo sulla politica italiana dovrebbe aver convinto tutti. In primis ovviamente il centrodestra, costretto a sostenere Monti ma allo stesso tempo conscio di non potersi presentare in una "forma credibile" nel giro di pochi mesi, soprattutto senza aver nemmeno individuato un leader al quale affidare il compito di sopperire all'endemica inconsistenza politico – programmatica. Simile anche la valutazione di "ciò che resta del Terzo Polo", ancora alla ricerca di identità dopo mesi di giravolte e invischiato in quella "ricomposizione dell'area centrista e popolare" che rischia di restare solo un'aspirazione, uno slogan di facciata dietro il solito cartello elettorale. Non da ultimo il Partito Democratico, che pure potrebbe in qualche modo beneficiare di una consultazione in tempi brevi (e paradossalmente, lo dicono i numeri, proprio con questa legge elettorale). Tuttavia né Bersani né altri possono legittimamente assumersi una simile responsabilità, vuoi per non venir meno a patti più o meno sensati (con Napolitano?), vuoi per l'incertezza che contraddistinguerebbe una campagna elettorale in un momento del genere, vuoi per i tanti nodi irrisolti e le contraddizioni interne (leadership, alleanze, primarie…). E soprattutto non possono (non vogliono) farlo proprio in un momento in cui un Movimento radicalmente alternativo si troverebbe a poter cavalcare l'ondata del malcontento e dell'indignazione di un Paese sull'orlo di una crisi di nervi. Insomma, prendere tempo, serrare le fila e prepararsi alla vera battaglia. A questo punto, però, la domanda è d'obbligo: dove saranno Grillo e soci fra 12 mesi?

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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