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Rispetto a un anno fa sono quasi raddoppiati i casi di giovani e le donne morti sul posto di lavoro

Secondo l’ultimo report dell’Inail tra donne ed under 40 si è passati dai 48 morti dei primi tre mesi del 2021 ai 73 di gennaio, febbraio e marzo del 2022.
A cura di Giacomo Andreoli
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Aumentano i morti sul lavoro. Secondo l'ultimo report dell'Inail nei primi tre mesi di quest'anno le morti sono state 189, il 2,2% in più rispetto al primo trimestre del 2021 (con un trend che rischia di far superare le morti totali del 2021). Ma il dato più inquietante riguarda giovani e donne, che insieme quasi raddoppiano i casi di decesso. Per i primi si è infatti passati da 34 a 49 morti, per le seconde addirittura da 14 a 24. In generale, invece, tra gli uomini i casi di decesso sono scesi da 171 a 165.

Dal report emerge che le denunce di infortunio tra gennaio e marzo sono state 194.106, con un aumento del 50,9% rispetto allo stesso periodo del 2021 (quando erano 176.545). Si tratta, però, di dati provvisori e l'Inail specifica che il confronto richiede "cautele", visto che un anno fa esistevano ancora forti restrizioni dovute al Covid, mentre oggi gran parte delle misure sono state superate. Nei dati ci potrebbe essere quindi una sorta di "effetto distorsivo" e per quantificare meglio il fenomeno "sarà necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2022, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia".

Sono aumentate, comunque, le patologie di origine professionale denunciate con 14.517 casi (+6,9%). In crescita anche le denunce in itinere, cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, passate da 13.385 a 17.561. Tra chi denuncia è salita la componente dei lavoratori italiani (da 158 a 163), mentre è in calo quella dei cittadini di altri Paesi europei (da 9 a 8) ed è in parità quella degli extracomunitari (18 in entrambi i periodi).

Infortuni e morti sul lavoro, boom di casi nella Pa

A marzo di quest'anno c'è stato un vero e proprio boom rispetto al 21 degli infortuni denunciati nei settori Industria e servizi e nella Pubblica amministrazione. Nel primo caso si è passati infatti dai 109.662 casi del 2021 ai 160.813 del 2022, mentre nel secondo il balzo è stato da 13.118 a 27.427. Sono scese invece le denunce nel settore agricolo, da 5.891 a 5.866.

Andando ancor più nello specifico, incrementi degli infortuni si osservano in tutti i settori produttivi, in particolare nei Trasporti e nel magazzinaggio (+166,9%), nella Sanità e assistenza sociale (+110,4%) e nell'Amministrazione pubblica (+73,8%). L'analisi territoriale evidenzia quindi un aumento delle denunce in tutte le aree del Paese: più consistente nel Sud (+64,3%), seguito da Nord-Ovest (+63,4%, con in prima fila la Lombardia), Isole (+60,7%), Centro (+51,3%) e Nord-Est (+31,8%).

Tra le Regioni con i maggiori incrementi percentuali ci sono la Campania (+116,2%), la Liguria (+85,3%) e il Lazio (+73,8%). L'aumento che emerge dal confronto di periodo tra il 2022 e il 2021 è legato sia alla componente femminile, che registra un balzo del 72,9% (da 51.550 a 89.130 denunce), sia a quella maschile, con un aumento 36,1% (da 77.121 a 104.976). L'incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+54,6%), che quelli extracomunitari (+35,1%) e comunitari (+25,6%).

Landini: "Investiamo su formazione e la sicurezza per azzerare i morti"

Maurizio Landini, anche alla luce di questi dati denuncia "la necessità immediata di intervenire per azzerare i morti sul lavoro, che purtroppo continuano ogni giorno ad esserci". Per il segretario generale della Cgil, "serve investire sulla formazione, che deve riguardare imprenditori e lavoratori in via preventiva". Quindi "è necessario far diventare la salute e la sicurezza un elemento di cultura e di prevenzione e allo stesso tempo rafforzare tutti gli istituti di controllo a partire dagli Ispettorati del lavoro e dai servizi di medicina territoriale".

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