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Pensioni, tutti contro quota 100. La bocciano anche i geriatri: “Fa male alla salute ed è immorale”

Andare in pensione in anticipo fa male alla salute. A dirlo sono i medici della Società italiana di Gerontologia e Geriatria, che criticano la quota 100: “Lavorare stanca, ma protegge corpo e mente. La pensione anticipata non fa solo male alla salute, fa male alla società, è immorale”. A bocciare la quota 100 anche l’ex presidente dell’Inps, Tito Boeri.
A cura di Stefano Rizzuti
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Andare in pensione in anticipo, come nel caso della quota 100, “quando si è ancora in forza e si sta bene, non fa solo male alla salute, fa male alla società. Andare via prima di poter contare sul reddito che viene dal lavoro è immorale”. La condanna nei confronti della quota 100, l’anticipo pensionistico previsto per chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati, arriva da Raffaele Antonello Incalzi, presidente di Sigg, la Società italiana di Gerontologia e Geriatria. In occasione del 64esimo Congresso nazionale della Sigg sono emersi una serie di dati riguardanti proprio il pensionamento: entro i primi due anni dal momento in cui si va in pensione, infatti, aumentano gli eventi cardiovascolari, la depressione e il ricorso a medici e specialisti.

Andare in pensione fa male alla salute, secondo Niccolò Marchionni, ordinario di Geriatria all’università di Firenze: “Lavorare stanca, ma protegge corpo e mente”. Incalzi invece spiega: “Andare in pensione prima del previsto, come prevede Quota 100, ad un'età di appena 60 anni, quando si è ancora in forze e si sta bene, non fa solo male alla salute, fa male alla società. Andare via prima di poter contare sul reddito che viene dal lavoro, è immorale, specie se pensiamo alla situazione drammatica dell'economia nel Paese”.

Anche Boeri contro la la quota 100

In un intervento su Repubblica, l’ex presidente dell’Inps, Tito Boeri, non risparmia critiche alla quota 100. Spiegando che ha “sin qui contributo alla distruzione di posti di lavoro, non certo alla loro creazione. Se si riuscirà a sostituire rapidamente almeno una parte di coloro che hanno lasciato in anticipo l’impiego pubblico per evitare altre disfunzioni nei servizi pubblici, si rischia di assumere non già giovani, ma persone di mezza età. E soprattutto si lascerà una volta di più a bocca asciutta i neolaureati che oggi in massa fuggono dal nostro Paese”. Un ragionamento spiegato sulla base dei numeri: sia quelli delle persone che hanno aderito alla quota 100, sia quelli dei nuovi occupati. Con un saldo che, secondo le stime di Boeri, sembra addirittura essere negativo e per nulla vicino all’ipotesi di due nuovi assunti ogni per pensionato ipotizzata da Salvini e Di Maio lo scorso anno.

Tridico: meno adesioni e risparmi totali per 6-7 miliardi

Le cattive notizie per la quota 100 arrivano anche dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che però ritiene la misura “sostenibile”. Ma solo per un motivo: “Sta avendo un tasso di adesione molto più basso delle attese”. “Abbiamo avuto circa 200 mila domande e ne sono state liquidate poco più di 130 mila – spiega Tridico –. Questo vuol dire che siamo al di sotto del numero dei 290 mila pensionamenti previsti. Oggi si stima un risparmio di un miliardo e mezzo e il prossimo anno di 2,5 miliardi. Nel totale, la spesa pensionistica prevista nel 2019, 2020 e 2021 si attesta sui 20 miliardi, ma se il tasso di adesione è questo, vuol dire che si risparmieranno in tutto il triennio, non meno di 6-7 miliardi”.

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