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Pensioni, dal 2019 taglio dell’1% dell’assegno con i nuovi coefficienti

Assegni più magri per le pensioni di chi si ritirerà dal lavoro il prossimo anno. Rivisti i coefficienti che si applicano al montante contributivo, ovvero quanto versato durante la vita lavorativa. A partire dal 2019 chi si ritirerà dal lavoro percepirà una pensione annua inferiore, mediamente, di oltre l’1% rispetto a chi ci è già andato o ci andrà quest’anno.
A cura di Susanna Picone
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Assegni più leggeri per chi andrà in pensione nel 2019. Il Ministero del Lavoro ha aggiornato la tabella dei "coefficienti minimi di trasformazione del montante contributivo", valori che si applicano al totale dei contributi versati durante la vita lavorativa – rivalutati per la crescita economica – per determinare l'importo che finisce effettivamente in tasca al futuro pensionato. Si tratta di coefficienti che variano in base all'età del lavoratore quando si ritira dal lavoro, tra i 57 e – per la prima volta quest'anno – i 71 anni. I coefficienti saranno tanto più alti quanto maggiore è l'età del lavoratore che va in pensione. Il decreto che aggiorna questi numeri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Come sottolinea “Italia Oggi”, chi andrà in pensione il prossimo anno avrà quindi una sorpresa negativa. Dal 2019 la pensione annua sarà inferiore in media di oltre l'1% rispetto a quella di chi è riuscito ad accedervi quest'anno, ma si sfiora il 2% di penalizzazione per le fasce di età più alte.

La sorpresa negativa per i prossimi pensionati –  “Italia Oggi” ricorda che da quando nel 2009 è stata introdotta la revisione dei coefficienti non ci sono mai state variazioni positive. Quella corrente è la numero quattro. Il quotidiano riporta anche un esempio: un lavoratore con 100.000 euro di contributi versati e 65 anni d'età, ha visto calare in questi anni la propria pensione di circa 900 euro. Il prossimo anno sarà di 5245 euro, nel 2009 è stata di 6136 euro. Solo tra l'anno prossimo e oggi, lo stesso pensionato perderà 81 euro. Il quotidiano calcola che se nel triennio 2013/2015, a parità di ogni altra condizione, gli assegni sono stati alleggeriti in media di circa il 3% rispetto al triennio precedente, con il terzo taglio c'è stata una riduzione ulteriore di circa il 2%, sempre in media, portando a circa l'11% la riduzione, in media, di tutto il periodo che va dal 2009 al 2018.

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