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Manovra, arriva il via libera definitivo alla Camera: ora è legge

La Camera dei deputati ha dato il via libera definitivo alla manovra: ora è legge. Il voto finale è arrivato in nottata, tra le proteste delle opposizioni e lo scontro tra Movimento 5 Stelle e Italia Viva sul ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova. Ecco tutte le principali misure contenute nella legge di Bilancio.
A cura di Stefano Rizzuti
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Al termine di una lunga nottata, poco prima delle 5 del mattino, arriva il via libero definitivo della Camera dei deputati alla manovra. A favore hanno votato in 312, 153 i contrati e due gli astenuti. Nel pomeriggio di ieri il governo aveva incassato la fiducia sulla legge di Bilancio con 334 voti a favore e 232 contrari. La nottata in Aula è stata animata da una parte dal caso Bellanova, dall’altra dalle proteste delle opposizioni, che hanno presentato 400 ordini del giorno per rallentare i lavori. Poco prima del voto finale, inoltre, mentre parlava Leonardo Donno (M5s) i deputati di Fratelli d’Italia hanno esposto uno striscione con la scritta “M5s parlava di rivoluzione, ora pensa solo a mangiare il panettone”. Scoppia la bagarre in Aula, con il deputato di Fdi, Federico Mollicone, che sale sui banchi e viene espulso dal presidente Roberto Fico. Presente in Aula, al momento del voto, anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che poi su Twitter scrive: "Con fiducia guardiamo al futuro dei cittadini".

Cosa prevede la manovra da 32 miliardi

La manovra da 32 miliardi ha così concluso il suo iter. Gran parte delle risorse impiegate sono servite per evitare l’aumento dell’Iva (servivano 23,1 miliardi). Altri tre miliardi sono stati investiti nel taglio del cuneo fiscale che partirà da luglio, ma solo per alcuni lavoratori sotto una certa soglia di reddito. Dal 2021, poi, la cifra investita per il taglio del cuneo fiscale salirà a cinque miliardi. Nella manovra e nel decreto fiscale collegato rientrano anche gli strumenti per la lotta all’evasione, con gli incentivi per chi usa carte di credito e bancomat sotto forma del cosiddetto bonus befana.

Viene abolito il superticket sanitario a partire dal primo settembre 2020, mentre il bonus asili nido potrà arrivare fino a 3mila euro per i redditi inferiori ai 25mila euro e di 2.500 euro per quelli fino a 40mila euro. Viene introdotto il bonus da 400 euro per la mamme che non possono allattare, mentre viene esteso il congedo obbligatorio di paternità a sette giorni. Riduzione per la tampon tax, con le aliquote su assorbenti biodegradabili e compostabili o lavabili e sulle coppette che scende dal 22% all 5%. Tra le novità c’è anche il bonus facciate (al 90%), insieme alla plastic tax e alla sugar tax che sono state comunque ridimensionate, così come la tassa sulle auto aziendali. Tra le altre tasse ci sono anche quelle sulle cartine per le sigarette fai da te e quella sui giochi, con un prelievo che sale al 20% sulle vincite superiori ai 500 euro.

Il caso Bellanova e lo scontro con Lezzi

La nottata della manovra è caratterizzata anche dallo scontro tra il Movimento 5 Stelle e Italia Viva. La polemica nasce dalla senatrice pentastellata ed ex ministro per il Sud, Barbara Lezzi, che va all’attacco del ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova. Uno scontro sui fondi destinati ai territori colpiti dalla xylella previsti dal piano di rigenerazione. Lezzi sostiene che “devono essere destinati alle sole aree infette. Peraltro se è vero che l’attuale ministro abbia intenzione di ‘distrarre’ dagli agricoltori 40 milioni di euro a favore di Gal e Dajs è bene precisare che il suo segretario particolare ne è amministratore. Non va affatto bene. Per niente bene”.

Attacca anche Riccardo Molinari, capogruppo della Lega: “Vorremmo che il ministro Bellanova venisse in Aula a spiegarci, perché il fatto attiene alla legge di Bilancio ed è di una gravità enorme”. Replica Bellanova: “Chi stasera dal Movimento 5 Stelle o dalla Lega nell’Aula della Camera o attraverso dichiarazioni stampa ha fatto insinuazioni sui fondi per le attività sviluppate nel Piano per la rigenerazione olivicola della Puglia attraverso i Gal o con i contratti di distretto dovrebbe sapere, per averlo condiviso in prima persona, che il piano approvato nel febbraio 2019 firmato dal ministro Centinaio e frutto di concertazione già prevedeva interventi attuati attraverso i Gal e fondi nazionali per il contratto di distretto Xylella, rivenienti peraltro in parte dall’ultima legge di bilancio del Governo Gentiloni. Misure rimaste nel nuovo Piano per continuità amministrativa e con le stesse identiche finalità”. E non manca un attacco diretto a Lezzi: “Si comprende la sua attitudine, dalla siderurgia alla Tap, di buttarla in caciara, provocando danni serissimi al territorio e nella percezione della realtà nell’opinione pubblica. Ma c’è un limite a tutto”.

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