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500 milioni di persone a rischio povertà per effetto del coronavirus, lo dice Oxfam

La ong nel suo nuovo rapporto parla di “impatto socio-economico devastante”: “La contrazione causata dallo shock della pandemia rischia di ridurre in povertà tra il 6 e l’8% della popolazione mondiale”. E sottolinea: “I progressi degli ultimi 10 anni potrebbero venire azzerati”
A cura di Biagio Chiariello
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L’impatto della pandemia da Coronavirus sull'economia globale, in particolare sulle popolazioni più esposte, rischia di avere ripercussioni “disastrose”: mezzo miliardo di persone a rischio povertà. Lo afferma l'Oxfam, stimando che il 6-8% della popolazione mondiale potrebbe scivolare in una situazione di indigenza in assenza di aiuti, tornando in alcune regioni ai livelli di 30 anni fa .

Il dossier – si legge in una nota – "fotografa come, di fatto, i progressi ottenuti negli ultimi 10 anni nella lotta alla povertà estrema rischiano di essere azzerati: in alcune regioni del globo i livelli di povertà tornerebbero addirittura a quelli di 30 anni fa". Un impatto socio-economico "devastante" secondo Oxfam, rispecchiato anche dalle proiezioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), che prefigurano già oggi una riduzione complessiva del reddito da lavoro – fonte principale di sostentamento individuale – "fino a 3.400 miliardi di dollari entro il 2020".

"In Italia – spiega ancora il rapporto Oxfam –  già prima dell’emergenza COVID, il 25% dei cittadini riteneva di non poter affrontare una spesa imprevista di 800 euro senza indebitarsi, e un terzo delle famiglie non possedeva la liquidità necessaria per vivere più di tre mesi senza cadere in povertà. Con lo shock senza precedenti causato dalla pandemia, è essenziale che l’importante intervento di supporto al reddito messo in campo con il decreto Cura Italia, sia strutturato in modo da tenere davvero in conto le diverse condizioni economiche e i diversi bisogni dei cittadini italiani, ed ampliato in modo da includere dai collaboratori domestici ai moltissimi stagionali, che non avevano ancora lavorato quest’anno e che, ad esempio, fanno i conti con una stagione turistica mai avviata, fino agli impiegati parasubordinati non occupati e agli autonomi senza partita IVA al 23 febbraio, pensando inoltre ai circa 3 milioni di lavoratori con contratti in nero. Una parte consistente e più fragile della popolazione, che senza aiuti immediati può ritrovarsi senza presente e futuro".

Al dato sull’impatto dell’emergenza sui redditi da lavoro, sottolinea Oxfam, si aggiunge la "mancanza di tutele e prospettive per milioni di disoccupati e lavoratori impiegati nel settore informale sia nei Paesi ricchi che poveri". Basti pensare che a livello globale "solo un disoccupato su cinque ha accesso ad una qualsiasi forma di indennità di disoccupazione e che ben 2 miliardi di persone, a livello globale, lavorano nel settore informale. In maggioranza sono nei Paesi poveri in cui il 90% dei posti di lavoro è informale, rispetto al 18% nelle nazioni ricche".

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