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Di Maio e la polemica sulla chiusura domenicale dei negozi: “I diritti non sono una rottura”

Continua il botta e risposta sulla questione legata alla chiusura domenica dei negozi tra il sindaco di Milano, Beppe Sala, e Luigi Di Maio. Il primo cittadino replica al vicepremier che lo ha definito un “fighetto”: “Quando il Ministro avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi tale”. Salvini: “Da milanese è irrispettoso”.
A cura di Ida Artiaco
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La polemica relativa alla proposta di chiusura domenicale dei negozi esplosa tra il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e il sindaco di Milano, Beppe Sala, è ormai diventata un caso nazionale. La questione è ormai nota. Il primo cittadino della città della Madonnina è stato molto chiaro: "Non vengano a rompere le balle a noi che siamo un modello che funziona con 9 milioni di turisti", ha detto nel corso di un intervento all'Università Milano Bicocca a un convegno sul tema dell'occupazione femminile. "La proposta del vicepremier Luigi Di Maio – ha poi continuato – la trovo una follia. E poi perché chi gestisce negozi e ad esempio non i giornalisti? Qual è il senso? Se la vogliono fare in provincia di Avellino la facciano, ma a Milano è contro il senso comune".

Sala: "Avellino? Era solo una battuta"

Non si è fatta attendere la replica del vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle, che su Facebook ha scritto senza tanti giri di parole: "Per il sindaco di Milano Sala i diritti delle persone sono una rottura di palle. Nessuno vuole chiudere nulla a Milano nè da nessun altra parte, ma chi lavora ha il diritto a non essere più sfruttato. Questo rompe le palle a un sindaco fighetto del Pd? E chi se ne frega". Ma il botta e risposta tra i due non è finito qui, perché poco dopo lo stesso Sala, sempre tramite lo stesso social network, ha replicato di nuovo Di Maio: "Quando il Ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi fighetto. Non ho altro da aggiungere", ha scritto prima di chiarire che in realtà quella relativa alla città di Avellino "era una battuta, anche se dietro ci sta tanta verità. E la verità è che l’Italia è una ma è fatta anche di bisogni diversi, di situazioni diverse".

Salvini: "Da milanese sembra quanto meno irrispettoso"

La discussione si è poi allargata anche ad altri esponenti del mondo politico, in primis a Matteo Salvini, l'alleato numero uno di Di Maio, che ha commentato così la vicenda: "Da milanese mi sembra quanto meno irrispettoso. Da milanese e da ministro sto facendo il possibile e l'impossibile per portare più forze dell'ordine a Milano e recuperare aree di legalità alla tranquillità dei cittadini. Se fossi il sindaco più che di occuparmi del governo, di Avellino, mi occuperei di alcune zone della mia città assolutamente fuori controllo", ha detto, parlando con i giornalisti a Eicma. Indignato si è infine definito Clemente Mastella, sindaco di un'altra città campana, Benevento: "Non condivido nulla o quasi del programma del M5S ma sono indignato come meridionale per le parole a vanvera e poco dignitose del collega Sala. Si può esprimere la propria opinione in dissenso ma non così. Francamente non così. Spero che Sala chiarisca e chieda scusa alla città di Avellino".

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