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Delitto Pordenone, sentita ancora fidanzata di Ruotolo, interrogata anche un’amica

Il sostituto procuratore Matteo Campagnaro venerdì è tornato a Somma Vesuviana per un colloquio con la ragazza, il cui contenuto resta avvolto nel massimo riserbo. Secondo Il Gazzettino, è stata sentita anche un’amica della fidanzata di Giosuè. Al vaglio degli inquirenti il tormentato rapporto e la gelosia tra il militare e la giovane campana.
A cura di C. T.
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Trifone Ragone

Le indagini per l'omicidio di Trifone Ragone e della fidanzata Teresa Costanza, i due giovani uccisi di fronte al palasport di Pordenone lo scorso 17 marzo proseguono in Campania. Dopo la trasferta e gli interrogatori dei giorni scorsi a Somma Vesuviana (in provincia di Napoli) il sostituto procuratore Matteo Campagnaro venerdì è tornato nella cittadina campana per sentire ancora una volta la fidanzata di Giosuè Ruotolo, ventiseienne finora rimasto l'unico indagato. Non si conosce il contenuto del colloquio, avvolto nel massimo riserbo. Come riporta il quotidiano Il Gazzettino, accompagnato dal capitano dei carabinieri Pierluigi Grosseto, Campagnaro è andato probabilmente per chiarire alcuni punti sulle dichiarazioni rilasciate dalla ragazza durante il lungo interrogatorio di quasi sei ore dei giorni scorsi e cercare di imprimere una svolta nelle indagini. Oltre alla ragazza di Ruotolo, sarebbe stata sentita anche un'amica di quest'ultima. In questi giorni sono attesi i risultati degli accertamenti dei Ris dei carabinieri. Per il Gazzettino, se gli inquirenti fossero già a conoscenza di questi esiti, il viaggio a Somma Vesuviana assumerebbe un valore diverso e determinante. Ma, per il momento, queste restano solo ipotesi, in attesa di dichiarazioni ufficiali.

Gli inquirenti si stanno concentrando sul rapporto tra Giosuè e la fidanzata, gelosissima del rapporto con il militare con cui viveva un tormentato amore a distanza. Al vaglio ci sono una serie di telefonate scambiate tra i due prima dell'omicidio, un sms inviato al fidanzato "Hai fatto qualcosa che non mi hai detto?" e la circostanza della simultanea cancellazione dei messaggi dai cellulari dei due. Di certo c'è che, come ha confermato la procura, l'unico indagato per il duplice omicidio di Pordenone resta Giosuè Ruotolo, ex coinquilino di Trifone, che continua a professarsi innocente.

Trifone Ragone e Teresa Costanza sono stati uccisi il 17 marzo sul piazzale della palestra di pesistica che frequentavano. Quella sera qualcuno si avvicinò all’auto della coppia impugnando una vecchia Beretta 7.65 ed esplose sei colpi a bruciapelo. Solo a settembre nel registro degli indagati è stato iscritto Ruotolo, militare come Ragone. Il ragazzo ha fornito agli investigatori la ricostruzione di quanto avrebbe fatto la sera del duplice omicidio, dicendo di essere rimasto a casa. Ma è stato costretto a cambiare versione – pur proclamandosi sempre innocente – poiché le telecamere comunali lo avevano ripreso, proprio il 17 marzo, nella zona del palazzetto. Il ventiseienne ha quindi ammesso di essere stato nel parcheggio del Crisafulli e anche in quello adiacente al parco. Il suo avvocato ha detto che con la vittima Ruotolo non aveva rapporti da oltre un anno. Il mese scorso, dopo una lunga licenza, il giovane campano è tornato al lavoro: non è però stato riassegnato alla caserma di Codacons (Pordenone) dove era di stanza prima delle indagini e dove aveva lavorato per anni assieme a Ragone.

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