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Silvano Agosti: vita, cinema e discorsi di un libero pensatore (VIDEO)

Ritratto di Silvano Agosti, regista, sceneggiatore, poeta e libero pensatore. La vita e le idee di una delle personalità più affascinanti e carismatiche del nostro tempo raccolte in una video intervista, girata nel suo tempio romano: il cinema Azzurro Scipioni.
A cura di Luca Iavarone
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La biografia di Silvano Agosti è un concentrato di esperienze, volontà e coerenza. Un uomo che è stato in grado di scegliere, radicalmente, la propria vita e di farne un'opera d'arte, prendendo direzioni radicali e anticonformiste, senza mai nulla concedere al mercato. Due sono stati gli imperativi, imprescindibili: umanità e libertà, come ideali anziché utopie.

Biografia: gli esordi

Silvano Agosti nasce il 23 marzo 1938 a Brescia. Lascia giovanissimo la casa paterna per scoprire l'Europa in autostop, alla ricerca di Chaplin. Visita la casa del grande attore e poi si lancia all'avventura in un viaggio in medio oriente e in nord Africa. Torna in Italia dove, nel 1960, lo accoglie il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Il suo corto di diploma, "La veglia", vince il "Ciak d'oro". La borsa di studio del premio gli permette di raggiungere Mosca e specializzarsi sull'amato Ejzenstejn. Collabora con Marco Bellocchio ed Ennio Morricone, il quale firmerà le musiche del suo primo lungometraggio, "Il giardino delle delizie" che, nonostante la censura italiana, viene invitato all'Expo di Montreal come uno dei 10 migliori film dell'anno. Comincia la sua esperienza di documentarista con "Riprendiamoci la vita", sui movimenti giovanili di contestazione. Racconta, di lì a breve, la resistenza greca in "Altri seguiranno" e la "Strage di piazza della Loggia". Firma con Bellocchio, Petraglia e Rulli un film epocale, "Matti da slegare", che contribuisce in maniera determinante alla chiusura dei manicomi. Dal '76 al '78 insegna montaggio al Centro Sperimentale, dal quale si dimette per incompatibilità con le direttive dell'istituto.

"Il pianeta azzurro" e l'Azzurro Scipioni

Agosti decide di produrre l'esordio cinematografico di Franco Piavoli, "Il pianeta azzurro", che viene proiettato a Venezia nell'82. Non riuscendo a distribuire la pellicola nelle sale romane, decide di rilevare un locale in Via degli Scipioni, dove il film sarà in programmazione continua per molti anni. Il cinema si chiamerà Azzurro Scipioni, una crasi tra "Il pianeta azzurro" e il nome della via che ancora oggi ospita il suo tempio, in cui vengono proiettati solo film di qualità, di produzione non industriale. Due soltanto le sale del suo cinema: la Sala Chaplin da 100 posti e la Sala Lumiere da 50 posti. Il cinema è aperto al pubblico dal venerdì alla domenica, in linea con uno dei postulati cardine di Silvano: "Non lavorerò mai più di tre ore al giorno". Nei restanti giorni della settimana le sale possono essere noleggiate solo per iniziative culturali vicine all'esperienza del suo fondatore. L'esigenza di avere un luogo sacro dedicato alle pellicole più significative è premiata ancora oggi da un'affluenza di pubblico incessante.

 Nove decimi delle sale presenti sul territorio, allora come oggi, erano occupate da film di produzione industriale americana e per il restante un decimo erano e sono riservate al cinema industriale italiano. […]E’ per questo che dopo vari e vani tentativi di trovare una sala, ho deciso di aprirne una io stesso, memore del sogno in cui Charlie Chaplin mi sgridava per via di quel piccolo cinema nei pressi di casa mia, che era stato chiuso.

"D'amore si vive" e altri film

La sua "ricerca sulla tenerezza, la sensualità e l'amore" è racchiusa in un'opera straordinaria, del 1983, "D'amore si vive", una carrellata di sette interviste raccolte in due anni nella città di Parma. Una giovane madre, una donna che ha un cattivo rapporto con il proprio corpo, una ragazza che si è pentita di essersi prostituita, una prostituta, una transessuale, una genderqueer e Franck, un bambino memorabile per la sua infinita saggezza. La figura di quest'ultimo ha influenzato così tanto l'immaginario di coloro che hanno visto il film da creare un grosso dibattito, ancora vivo, sul web, che ha portato alla creazione di gruppi sui social network adibiti alla ricerca di Franck. Tra le tantissime opere filmiche di Agosti citiamo: "N.P. – Il segreto" (1971), in cui il regista si chiede cosa accadrà ai lavoratori in un mondo completamente automatizzato; "Nel più alto dei cieli" (1977), film (sequestrato dalla procura di Napoli) sui danni della superstizione e della religione che diventa profitto; "L'uomo proiettile" (1995), nel quale un uomo trova finalmente il lavoro che gli permette di lavorare soltanto un'ora al giorno, l'uomo proiettile per l'appunto.

Romanzi e poesie

Silvano Agosti è autore anche di romanzi e libri di poesia. "L'uomo proiettile", titolo per altro anche di un suo film, è stato candidato al Premio Strega, così come "Il cercatore di rugiada" e "Il semplice oblio". Altri titoli sono "Uova di Garofano", "La ragion pura", "Il giudice", "La Vittima", "L'assassino", "Lettere dalla Kirghisia" e "Il ballo degli invisibili". Agosti firma anche una trilogia poetica ("Nuvole", "Incanti", "L'estro armonico") e un breviario, "Come realizzare un film senza denaro o per capirci meglio senza spendere neppure un euro".

Agosti regista e realizzatore unico dei film

Emblematico è il metodo di lavoro di Silvano Agosti, che sceglie, per ogni sua opera cinematografica, di non usare mai una troupe che lo affianchi o, men che meno, lo sostituisca. L'autore ricopre da solo tutti i ruoli produttivi, da quello di regista, a quello di operatore, montatore, direttore della fotografia e distributore. La sua coriacea convinzione è quella che un cineasta, che ambisca a definirsi tale, debba essere in grado di occuparsi di ogni aspetto creativo della sua opera, in modo che l'idea primigenia non possa essere compromessa da interventi altrui. Non da meno è il suo ruolo di unico proiezionista e bigliettaio presso il cinema da lui gestito. "Frammenti di vite clandestine" è un micrometraggio di 5 minuti sui bambini "mostri" rinchiusi al Cottolengo, ed è il testamento spirituale del regista.

La battaglia con l'Unesco e l'Onu

Da anni Agosti conduce una battaglia per far riconoscere all'U.n.e.s.c.o e alle Nazione Unite l'Essere Umano come "patrimonio dell'umanità". La sua richiesta non è ancora stata accolta, ma sul suo sito, spiega in 73 tesi, le sue motivazioni. Pubblichiamo qui due delle sue "ragioni", la nona e la decima. "NONA RAGIONE. Una volta venuta a conoscenza della sua vera preziosità, l’intera Umanità non potrebbe mai più essere sottomessa a questo o quel gruppo di potere, ma diventerebbe consapevole per sempre del proprio immenso valore. DECIMA RAGIONE. Il genere Umano, nominato Patrimonio dell’Umanità, spontaneamente si organizzerebbe in una società simile non più a una piramide ma a una sfera, con al centro la vita e tutti gli Esseri Umani equidistanti da lei".

Il discorso tipico dello schiavo e l'intervista per Fanpage

Abbiamo intervistato Silvano Agosti a Roma, nel suo cinema, tra una proiezione e l'altra. Innumerevoli cose ci sarebbero ancora da scrivere su di lui. Vi lasciamo, invece, con la trascrizione del "Discorso tipico dello schiavo", un famosissimo suo intervento in una trasmissione radiofonica del 2008 condotta da Fabio Volo, molto più eloquente di ogni nostra elucubrazione.

Uno degli aspetti più micidiale dell’attuale cultura, è di far credere che sia l’unica cultura, invece è semplicemente la peggiore. Gli esempi sono nel cuore di ognuno: per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana è la cosa più pezzente che si possa immaginare. Come si fa a rubare la vita agli esseri umani in cambio del cibo, del letto, della macchinetta? Mentre fino ad ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso: “Pensa questi bastardi che mi stanno rubando l’unica vita che ho, perché non ne avrò un’altra, c’ho solo questa. E loro mi fanno andare a lavorare 5 volte, 6 giorni alla settimana e mi lasciano un miserabile giorno, per fare cosa? Come si fa in un giorno a
costruire la vita? Allora, intanto uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero perché sennò anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire. Deve sempre pensare, con una coscienza perfetta: “Questi stanno rubandomi la vita, in cambio di mille euro al mese, bene che vada, mentre io sono un capolavoro il cui valore è inenarrabile. Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere miliardi e un essere umano due mille euro al mese, bene che vada. Secondo me poi, siccome c’è un parametro che, con le nuove tecnologie, i profitti sono aumentati almeno 100 volte… e allora il lavoro doveva diminuire almeno 10 volte! Invece no! L’orario di lavoro è rimasto intatto. Oggi so che mi stanno rubando il bene più prezioso che mi è stato dato dalla Natura. Pensa alla cosa più bella che la Natura propone, che è quella, mettiamo, di fare l’amore. Immagina che tu vivi in un sistema politico, economico e sociale dove le persone sono obbligate, con quello che le sorveglia, a fare l’amore otto ore al giorno: sarebbe una vera tortura. E quindi perché non dovrebbe essere la stessa cosa per il lavoro che non è certamente più gradevole di fare l’amore, no? Per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana: certo c’ho il mitra alla nuca, lo faccio, perché faccio il discorso: “Meglio leccare il pavimento o morire?”. “Meglio leccare il pavimento”. Ma quello che è orrendo in questa cultura è che “leccare il pavimento” è diventata addirittura una aspirazione, capisci? Ma è mostruoso che il tipo debba andare a lavorare 8 ore al giorno e debba essere pure grato a chi gli fa leccare il pavimento, capisci? Tutto ciò è mostruoso. "Sì, vabbe', ma ormai è irreversibile la situazione"! Sì, tu fai giustamente un discorso in difesa di chi ti opprime, perché è il tipico dello schiavo, no? Il vero schiavo difende il padrone, mica lo combatte. Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede quanto quello che non è più capace di immaginarsi la libertà. Ma rispetto a quello che tu mi hai detto adesso: quando Galileo ha enunciato che era la Terra a girare intorno al Sole, ci sarà sicuramente stato qualcuno come te, che gli avrà detto: “Eh sì! Sono 22 secoli che tutti dicono che è il Sole che gira intorno, mò arrivi te a dire questa stronzata… E come farai a spiegarlo, a tutti gli esseri umani?” e lui: “Non è affar mio, signori"! “Allora guarda, noi intanto ti caliamo in un pozzo e ti facciamo dire che non è vero, così tutto torna nell’ordine delle cose”. Hai capito? Perché tutto l’Occidente vive in un’area di beneficio perché sta rubando 8/10 dei beni del resto del Mondo. Quindi non è che noi stiamo vivendo in un regime politico capace di darci la televisione, la macchina, ecc. No! E’ un sistema politico che sa rubare 8/10 a 3/4 di Mondo e da un po’ di benessere a 1/4 di Mondo, che siamo noi. Quindi, signori miei, o ci si sveglia, o si fa finta di dormire… O bisogna accorgersi che siete tutti morti!

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