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Riaprono le libreria in tutta Italia, ma l’editoria è al collasso: “21mila libri in meno”

Con l’inizio della Fase 2 riaprono le librerie in tutta Italia. Tra nuove uscite, ristampe e titoli pubblicati durante il lockdown ancora da scoprire, i librai italiani riaprono i battenti per una filiera editoriale in grave crisi che al 70% fa uso della cassa integrazione e che per il 2020 prevede 21mila titoli e 44,5 milioni di copie stampate in meno.
A cura di Redazione Cultura
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Riaprono le librerie in tutta Italia. Dal 4 maggio, con l'ufficiale inizio della Fase 2, dopo il lungo lockdown che da Nord a Sud ha bloccato il Paese, riaprono le librerie in tutto il Paese, senza diversificazione come era accaduto nelle ultime settimane, da quando c'era stata una prima, parziale riapertura a macchia di leopardo lungo tutto lo stivale. Con la riapertura di librerie di catena, piccole librerie, librerie indipendenti, arrivano anche tante novità sugli scaffali. Libri nuovi, freschi di stampa, attesi da tempo, ristampe di grandi autori, come lo scomparso Luis Sepùlveda.

Tuttavia lo scenario resta incerto e la situazione dell'editoria è drammatica. In un appello congiunto al Governo, AIE – Associazione Italiana Editori, ALI – Associazioni Librai Italiani e AIB -Associazione Italiana Biblioteche dello scorso aprile chiedevano un intervento urgente e poderoso, in particolare: "fondi pubblici alle biblioteche per l'acquisto di libri, bonus cultura esteso oltre i diciotto anni e promozione della lettura. Insomma, un piano straordinario a sostegno del settore del libro per superare "la più grave crisi attraversata dal libro dal Dopoguerra”.

Le stime sono drammatiche. Secondo quanto stimato degli editori italiani, la filiera del libro sta soffrendo più di altri sin dall'inizio del lockdown, con il 70% degli editori che sta attuando o programmando la cassa integrazione, una stima di 21.000 titoli in meno pubblicati nel corso del 2020. In più le novità in uscita bloccate sono 12.500, 44,5 milioni di copie non saranno stampate e i titoli in meno da tradurre saranno 2.900. Anche se nei prossimi mesi dovesse concretizzarsi un parziale recupero, la crisi del settore è di grandi dimensioni perché, come sosteneva qualche giorno fa Elisabetta Sgarbi, fondatrice de La nave di Teseo, quello dell'editoria è "un settore che con l'1% in meno già parla di crisi".

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