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L’appello degli editori al Governo: “Ripartire dai libri, crisi più grave dal Dopoguerra”

Dall’appello congiunto tra editori, librai e biblioteche le proposte al Governo per ripartire dai libri dopo l’emergenza Coronavirus, che ha mandato in crisi un comparto già fragile. Con “scuole chiuse, università, librerie e biblioteche” il settore è al collasso. Nel 2020 sarà pubblicato il 31% in meno di libri.
A cura di Redazione Cultura
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Fondi pubblici alle biblioteche per l'acquisto di libri, bonus cultura esteso oltre i diciotto anni e promozione della lettura. Queste, in sintesi, le tre proposte che la filiera del libro fa al Governo italiano per un piano straordinario a sostegno del settore del libro per superare "la più grave crisi attraversata dal libro dal Dopoguerra”. È la richiesta contenuta in un appello firmato da AIB – Associazione Italiana Biblioteche, AIE – Associazione Italiana Editori e ALI – Associazioni Librai Italiani. Secondo le tre associazioni sono urgenti:

Interventi immediati a sostegno di imprese, specie le più piccole, di biblioteche, di lavoratori, autori e traduttori e per risolvere la crisi di liquidità che attraversa l’intera filiera. Un sostegno alla domanda lungo due linee: fondi alle biblioteche di pubblica lettura per un piano straordinario di acquisti di libri, con particolare attenzione alle librerie del territorio, e un sostegno tramite strumenti analoghi al bonus cultura, finora dedicato ai diciottenni, da estendersi ad altre fasce della popolazione.

Ma non basta. Secondo la filiera dell'editoria servono interventi strutturali per la ripresa, con misure per promuovere la lettura con risorse finalmente all’altezza, azioni che puntino a stabilizzare il sostegno alla domanda oltre l’emergenza, prevedendo una detrazione fiscale sull’acquisto dei libri, rafforzando il sistema bibliotecario, promuovendo la transizione verso un’editoria libraria verde e inclusiva, e rafforzando la promozione del libro italiano all’estero. La situazione del comparto, ricordano le associazioni, è drammatica:

Sono state chiuse le librerie, e molte ancora lo sono, con perdite solo a marzo di 25milioni di ricavi; sono chiuse scuole e università, luoghi di scambi culturali per elezione. Sono chiuse le biblioteche: quasi 600 biblioteche di pubblica lettura si sono mobilitate in collaborazione con autori ed editori per non interrompere il loro legame con i propri piccoli lettori, ma è una goccia rispetto alle 11.608 biblioteche chiuse.

Il che ha portato il mondo del libro al collasso in pochi mesi, cosa che spinge a parlare della più grave crisi dal Dopoguerra ad oggi:

Già a fine marzo il 64% degli editori librari aveva fatto ricorso alla cassa integrazione o era in procinto di farlo. Il numero delle novità previste nel 2020 era stato riprogettato con una riduzione del 31% rispetto ai programmi di inizio anno, con conseguenze pesanti sui posti di lavoro nei settori della carta, della stampa e nei service editoriali e grafici, ma anche per autori e i traduttori.

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