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Riapertura teatri: Lino Guanciale rilegge i “Dialoghi di profughi” di Bertolt Brecht

Oggi è il giorno in cui teatri e cinema in Italia possono riaprire. Tra dubbi e poche certezze, con un settore dello spettacolo dal vivo in profonda crisi, la Rai riparte con il teatro dal vivo, riaprendo la mitica Sala B di via Asiago, con la lettura de i Dialoghi di profughi di Bertolt Brecht ad opera di Lino Guanciale. “Con tanta voglia di domani” dichiara il direttore di Radio3, Marino Sinibaldi.
A cura di Redazione Cultura
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Oggi è il giorno: dal 15 giugno riaprono cinema e teatri in tutto il Paese. Quelli che ci riusciranno. Tra crisi sanitaria, economica, emergenza post Covid-19, l'inizio della stagione estiva, infatti, non tutte le sale del Belpaese riapriranno i battenti. Chi invece non ha mai smesso di promuovere il teatro è stata la radiofonia pubblica nazionale, soprattutto attraverso Rai Radio 3, che stasera darà vita a un evento speciale per festeggiare la riapertura delle sale. Aprendo la propria, di sala. La mitica Sala B di via Asiago, a Roma, stasera alle 21 accenderà i riflettori sull'attore Lino Guanciale, che rileggerà i "Dialoghi di profughi" di Bertolt Brecht, le memorie dall'esilio del grande autore tedesco.

La lettura di Guanciale è accompagnata da una partitura di musiche, a cura della violinista Renata Lackó, scelte tanto dal repertorio classico della musica colta europea e da quello più squisitamente brechtiano, quanto dalle sonorità “erranti” della tradizione Yiddish, a significare acusticamente il complesso paesaggio esistenziale e culturale dell’incontro fra i due personaggi. Per Lino Guanciale, il quarantenne attore che si divide tra televisione, cinema e teatro, il testo di Brecht è:

Un vero testo della crisi generato da uno stato d’emergenza. Una rappresentazione vivida della balìa cui sono soggette le illusioni di stabilità della civiltà occidentale, soprattutto quando esse servono – coscientemente o meno – a nascondere sotto il tappeto le miserie e le fragilità di un mondo abituato a disprezzare la dialettica come strumento di rigenerazione della democrazia. Un testo che molto ha da dire, crediamo, a noi orfani della fine della storia, cui la pandemia ha consegnato l’epifania di una dimensione di precarietà le cui radici – lo stiamo apprendendo con forse troppo colpevole sorpresa – sono in realtà molto più profonde di quanto potesse sembrare.

La scelta di riaprire il 15 giugno, tra disposizione governative, norme anti-Covid, è stata commentata così dal direttore di Rai Radio 3, Marino Sinibaldi:

A più di due mesi dallo strappo del lockdown, oggi stiamo ripartendo. Con tanti dubbi e preoccupazioni, certo, ma anche con tanta voglia di domani. E per celebrare questo piccolo, ma fondamentale, rito di passaggio, Emilia Romagna Teatro ha istintivamente cercato la complicità degli amici, in primis Radio3 – che con la sua costante presenza, ha contribuito a segnare il tempo dei mesi sospesi che ci stiamo lasciando alle spalle – e Lino Guanciale. Per varcare il limen della riapertura, poi, è parso necessario, ritornare ad un antico amore, il povero B. B., coi raffinati tesori della sua affilata sapienza dialettica, con la sua testarda fiducia nella trasformabilità del mondo a partire dall’uomo, inteso come indefesso agente modificatore e con la sua lucidissima e militante e pervasiva passione teatrale.

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