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Le ceneri di Sepúlveda saranno disperse nell’oceano: “Tornerà in Patagonia, la sua terra”

La poetessa Carmen Yáñez, moglie di Luis Sepùlveda, scomparso ieri per il coronavirus, ha dichiarato in un’intervista a Repubblica che appena sarà possibile tornerà in Cile per disperdere le ceneri dello scrittore sudamericano al largo delle cose dell’Oceano Pacifico: “Era nato nel nord del Cile, ma è in Patagonia che voleva tornare”.
A cura di Redazione Cultura
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Le ceneri di Luis Sepùlveda saranno disperse al largo delle coste cilene dell'oceano Pacifico quando l'emergenza coronavirus lo consentirà. A dichiararlo, in un'intervista a Stefania Parmeggiani di Repubblica, la poetessa Carmen Yáñez, moglie dello scrittore sudamericano, europeo d'adozione scomparso ieri, in Spagna, dopo un lungo ricovero dovuto all'infezione di coronavirus che lo aveva costretto in un letto d'ospedale a Oviedo. L'ultimo viaggio del grande esule "Lucho" sarà verso quel mare abbandonato all'indomani del colpo di stato di Augusto Pinochet, nel suo Cile:

Sebbene ormai avesse un'altra nazionalità, Luis era un hombre cileno e in Cile voglio riportarlo. Era nato nel nord del Cile, ma è in Patagonia che voleva tornare.

L'ultimo viaggio dell'esule Sepùlveda sarà verso quelle terre che ha raccontato più e più volte. Carmen Yáñez, che sposò Luis ben due volte, la prima da giovanissima in Cile, la seconda nel 2004 in Spagna, dove si erano trasferiti dopo essersi rincontrati, torna nella sua intervista a Repubblica a parlare degli ultimi giorni, quelli in cui aveva sperato che l'autore di "Diario di un killer sentimentale", guarito dal Covid-19, potesse riprendersi. Purtroppo non è andata così:

Era passato da una situazione gravissima a una grave, l'ultimo tampone per il coronavirus era negativo. Sapevamo che stava ancora lottando per la vita, che il suo fisico era gravemente compromesso, ma era un combattente e abbiamo sperato fino all'ultimo che si salvasse.

Dalla fine di febbraio, da quando lo scrittore cileno si era ammalato, di ritorno da un festival letterario in Portogallo, la Yáñez non ha mai smesso di stargli vicino, fino al tragico epilogo di ieri.

Dopo che gli era stata diagnosticata una polmonite nel centro medico a cui ci eravamo rivolti ed è risultato positivo al Covid 19, un'ambulanza ci ha portato nell'ospedale di Oviedo. È andato a letto sulle sue gambe, all'inizio non sembrava così grave. Lo sentivo al telefono, era felice perché i miei sintomi erano più lievi e perché io ero risultata negativa al tampone, ma poco dopo si è aggravato.

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