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Il Ministro della Cultura Sangiuliano sulle barricate della destra: “Contro il politicamente corretto”

Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha parlato dell’indirizzo che vorrà dare al suo Ministero, a partire dal politicamente corretto.
A cura di Francesco Raiola
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Il Ministro Gennaro Sangiuliano (foto Mauro Scrobogna/LaPresse)
Il Ministro Gennaro Sangiuliano (foto Mauro Scrobogna/LaPresse)

Appena nominato Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano detta subito l'agenda di quelle che saranno le priorità del suo lavoro partendo da uno degli spauracchi di questi ultimi anni della Destra, ovvero il politicamente corretto. Un termine ombrello che negli anni è stato molto utilizzato dalle destre contro quello che raccontano come il pensiero unico della Sinistra e in particolare per ciò che riguarda tutte le questioni che hanno a che fare con le minoranze e le questioni di genere, e troppo spesso usato come giustificazione per continuare a usare un linguaggio violento contro alcune categorie. Nell'intervista al Messaggero il Ministro non spiega bene cosa intende ma specifica che si batterà contro "i sacerdoti del politicamente corretto e del mainstream" e lo farà "promuovendo una cultura inclusiva".

Sangiuliano, ex direttore del Tg2, è un nome da sempre vicino a Fratelli d'Italia, cosa che non ha mai nascosto, anzi in un'intervista al Foglio disse, rivendicando le sue idee politiche: "La tradizione del giornalismo italiano è politica. Ed è certamente più onesta una faziosità limpida ed esibita di una subdola terzietà. Il fatto neutro non esiste, lo diceva anche Heidegger" specificando, poco dopo che, comunque, "faccio il giornalista, non il propagandista politico". Tornando al politicamente corretto, però, Sangiuliano spiega che terrà conto di tutte le identità (sic) e per questo partirà con due mostre: "Una su Umberto Boccioni e il futurismo. L'altra sul Rinascimento. Questi due momenti storici e culturali sono stati quelli che, ognuno a modo suo, hanno proiettato l'Italia nel mondo".

Un altro dei problemi che vorrà affrontare, spiega sempre nell'intervista al Messaggero, sarà quello dell'infrastrutturazione della Cultura: "Abbiamo un immenso patrimonio storico-artistico e culturale che molte volte è scarsamente fruibile a causa di problemi di mezzi di trasporto che mancano, di carenza di parcheggi, di vie di accesso difficili, di mancanza di personale, di conservazione carente o imperfetta, e via così" mentre sulla questione Stato-privati l'idea è che lo Stato è fondamentale mentre i privati devono cambiare cambiare mentalità e diventare più intraprendenti". Ispirato da Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Giuseppe Prezzolini e anche Antonio Gramsci, tra gli altri, il Ministro vorrebbe al suo fianco figure come Beatrice Venezi, Pietrangelo Buttafuoco, Gianni Oliva e il sogno sarebbe, dice, Claudio Magris.

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