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I resti di Giuseppe Garibaldi saranno riesumati a settembre

L’iniziativa, preceduta da due anni d’attesa, servirà a verificare l’ubicazione della salma del generale italiano: ma non mancano le polemiche tra gli stessi eredi.
A cura di Nadia Vitali
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garibaldi riesumazione

C'è chi pensa che si tratterà di un momento storico e chi ritiene che non sia altro che un'abile mossa pubblicitaria: ad ogni modo, l'iniziativa della riesumazione della salma di Giuseppe Garibaldi (o presunta tale) non nasce sotto i migliori auspici e, del resto, la stessa sepoltura del più celebre tra i nostri eroi patri fu una questione che, all'epoca, non mancò di scatenare controversie. Il Generale in vita espresse il desiderio di essere cremato (lui, instancabile viaggiatore e sognatore immaginava le proprie ceneri disperse in quell'Italia e tra gli italiani che amò) ma le sue ultime volontà non vennero rispettate e si optò per l'imbalsamazione e la sistemazione delle spoglie nel cimitero di Caprera, sotto un grezzo masso in granito: obiettivo degli scavi che dovrebbero partire immediatamente dopo l'estate è quello di verificare se effettivamente il corpo lì custodito apparitene a Giuseppe Garibaldi ma anche se la tomba è stata danneggiata o, in qualche modo, alterata.

La definitiva risoluzione di riportarne alla luce i resti è arrivata dopo due anni di attesa, dopo aver ricevuto il patrocinio dell'allora Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, il consenso di buona parte degli eredi e l'appoggio degli onorevoli Stefania Craxi e Massimo D'Alema attraverso una raccolta di firme. I festeggiamenti per i 150 dell'Unità d'Italia sono stati tra le cause che hanno portato l'inizio dei lavori a slittare ulteriormente ma, adesso, tutto è pronto per la missione di recupero delle eroiche (e mortali) spoglie: a dirigere gli scavi ci sarà Salvatore Vinceti, di ritorno dal rinvenimento di uno scheletro nei sotterranei dell'ex Convento di Sant'Orsola di Firenze che i più ottimisti ritengono possa essere addirittura quello di Lisa Gherardini, la Monna Lisa di Leonardo da Vinci.

clelia garibaldi

Due anni durante i quali non sono mancate le schermaglie tra i numerosi discendenti: c'è chi sostiene che l'iniziativa servirà esclusivamente per portare un po' di notorietà a quanti lavoreranno al progetto e chi, viceversa, riconosce all'operazione un valore importantissimo. La sola cosa certa è che i nipoti di Giuseppe Garibaldi non hanno molto da invidiare al combattivo temperamento del loro celeberrimo avo: da un fronte e dall'altro nessuno ha intenzione di porre la parola fine sulla propria battaglia, mentre intorno alla vicenda non mancano gli elementi romanzeschi a tingere il tutto di giallo, come la notturna telefonata di minaccia che sarebbe giunta nelle ultime ore all'indirizzo di Anita, pronipote dell'eroe dei due mondi. 

Proprio lei, Anita Garibaldi, ritiene che il sepolcro potrebbe essere stato oggetto di manomissione e, in virtù di ciò, si batte con determinazione affinché la salma possa essere riesumata: un altro erede maschio, Claudio Garibaldi, si è già offerto come "donatore" di DNA per consentire agli esperti che lavoreranno sul caso di verificare l'effettiva identità del corpo seppellito a Caprera. E forse questo porrà fine a tutte le ardite speculazioni fiorite attorno al destino della salma del Generale anche se con l'amaro in bocca per alcuni eredi: perché, come ci ricorda Annita Garibaldi Jallet, altra discendente, «Non si gioca con una tomba». L'unica speranza è che, almeno, l'iniziativa possa servire, con decenni di ritardo, a far sì che i desideri del generale che unì l'Italia vengano finalmente rispettati: ma, finché non verrà svelato (e probabilmente confermato) chi si trova sotto quel masso in granito, non si potranno fare auspici di questo tipo.

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