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Francesco Piccolo vince lo Strega 2014

Lo scrittore e sceneggiatore casertano Francesco Piccolo vince la 68a edizione del Premio Strega con “Il desiderio di essere come tutti”.
A cura di Luca Iavarone
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Con 140 voti totali, 5 più di quelli ottenuti da Antonio Scurati con "Il padre infedele" (Bompiani), Francesco Piccolo si aggiudica l'ambitissimo Premio Strega di quest'anno. Per la seconda volta un romanzo di Scurati perde per pochi voti, era già successo nel 2009, quando era stato superato di un voto da Tiziano Scarpa.

Gli altri tre candidati della cinquina del Premio presieduto da Walter Siti, vincitore dello scorso anno, sono stati: Francesco Pecoraro, con "La vita in tempo di pace" (Ponte alle grazie), Antonella Cilento con "Lisario o il piacere infinito delle donne" (Mondadori) e Giuseppe Catozzella, già vincitore da pochissimo della prima edizione dello Strega Giovani con "Non dirmi che hai paura" (Feltrinelli)[qui l'intervista].

In un mercato editoriale in crisi, con vendite in notevole calo anno dopo anno, le statistiche Nielsen davano "Il desiderio di essere come tutti" (Einaudi) già vincitore morale, con ben 42 mila copie vendute dalla sua pubblicazione, nel novembre dell'anno scorso. A seguirlo Catozzella con 20 mila copie. A notevole distanza, invece, Scurati con 8.200, Pecoraro con 4.500 e Cilento con 3.800. Una vittoria triplice, per di più, visto che Francesco Piccolo nel 2014 ha già ottenuto altri due premi di enorme rilevanza , da sceneggiatore: il David e il Nastro d'Argento per il film di Paolo Virzì "Il capitale umano".

Lo scrittore campano ha voluto dedicare il prestigioso premio, istituito per la prima volta nel 1947, alla moglie, Gabriella, a Domenico Starnone, che lo ha presentato allo Strega insieme a Paolo Sorrentino, alla sua città, Caserta, e alla casa editrice Einaudi. Presente alla serata anche il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, per la prima volta in qualità di votante.

Come ha avuto modo di raccontare ai microfoni di Fanpage, Piccolo definisce il suo ultimo romanzo una sorta di incrocio tra la ricostruzione storica delle vicende che hanno segnato la sinistra italiana e il romanzo di formazione: “Il rapporto tra pubblico e privato – ci spiega l’autore – è l’elemento centrale del libro. Più in generale però il mio romanzo, alternando la vicenda personale ai fatti storici e politici, vuole parlare di quei ‘tutti’ a cui il titolo fa riferimento. Infatti esso è tutto maiuscolo e in rosso poiché riprende la prima pagina dell’Unità nel giorno dei funerali di Berlinguer. Berlinguer aprendosi al compromesso storico provò per la prima volta a far entrare un partito comunista nelle decisioni di governo, responsabilizzando e coinvolgendo tutti. Purtroppo dopo il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, questa speranza è andata in frantumi, praticamente fino a oggi.”

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